Il punto della situazione – di R. Muni: “La rivoluzione”

0
Alla vigilia del match casalingo contro la Lazio, primo appuntamento del girone di ritorno, erano in molti ad essere preoccupati, non tanto per il valore assoluto dell’avversario, che comunque si è dimostrato ostico, quanto per le assenze tra le fila azzurre. A Koulibaly, Allan e Insigne, fermati dal giudice sportivo, si è aggiunto capitan Hamsik, ai box per noie muscolari. Con poco meno di mezza squadra indisponibile, ci è voluta tutta l’esperienza di Carlo Ancelotti per ridisegnare un mosaico in grado di confermare i dodici punti di differenza tra partenopei e laziali, diventati quindici al triplice fischio. Una vera e propria rivoluzione quella in atto e fortemente voluta dalla proprietà, che ha trovato nel tecnico di Reggiolo il leader più accreditato per condurla. I tifosi napoletani erano (…e sono…) ancora troppo legati all’idea di titolari e riserve, concetto che rappresenta il calcio che fu e tanto caro al sarrismo. Mescolare le carte in funzione dell’avversario e del particolare momento, allargare le proprie scelte a venti o più elementi, oltre a coinvolgere tutto il gruppo in maniera totale, evitando musi lunghi e mal di pancia, evita di costringere qualche elemento in debito di ossigeno nel momento topico della stagione. Se la sconfitta di Genova, sponda Samp, rappresenta lo spartiacque tra la gestione Sarri e quella di Ancelotti, la vittoria di domenica sera rappresenta, ad oggi, la massima espressione di calcio totale e moderno. La notizia migliore è di idioma spagnolo e porta il nome di José Callejón, che contro i capitolini ha trovato il gol che ha sbloccato il risultato e se stesso dal digiuno di gol. Oltre a quello spagnolo, c’è anche l’idioma polacco nella vittoria di domenica, parlato da Arek Milik, bomber azzurro che ha chiuso virtualmente l’incontro. Napoli ha scoperto di avere in rosa un cecchino infallibile su punizione e ci ha preso gusto. MaraMilik ha sussurrato qualcuno, abbagliato dalla elegante parabola disegnata su punizione. Pur con le dovute differenze, godiamoci la consapevolezza di avere in squadra un vero fuoriclasse in grado di pacificare tutti quelli che sognano il ritorno del Matador in maglia azzurra, che pure sarebbe una cosa esaltante. Due gol, quattro legni centrati ed un dominio assoluto con Fabiàn Ruiz padrone assoluto del centrocampo, è stata la risposta sul campo a tutti gli scettici, alle frettolose griglie estive e anche a Simone Inzaghi che, ancora troppo carico di adrenalina, ha recriminato contro l’espulsione di Acerbi, che non gli avrebbe permesso di pareggiare la partita nel finale. Si riguardi la sintesi, a mente fredda e con la dovuta lucidità. E pensare che nel campionato scorso, sempre Inzaghi Junior e sempre contro gli azzurri, recriminó contro gli infortuni per giustificare la sconfitta casalinga…per 1-4!!! Qualcuno, domenica sera, ha dimostrato al tecnico bianco celeste che è possibile vincere dominando anche senza quattro pedine. Archiviata la partita contro la Lazio, é tempo di Milan, avversario del Napoli sia in campionato che nei quarti di finale di coppa Italia, nel giro di appena quattro giorni. Un confronto, quello con i rossoneri, che rievoca vecchi confronti. C’erano Maradona e Careca, Gullit e Van Basten e c’era anche lui, mister Carlo Ancelotti.

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.