Riccardo Muni – “Troppi veleni e poca sostanza”

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Simone Verdi, attaccante del Bologna a metà strada tra un’ala ed un fantasista, sembrava in procinto di diventare il primo rinforzo del Napoli in vista della seconda metà di stagione. All’ultimo tuffo, mentre tutta la Napoli del pallone era in attesa della fumata bianca, sotto forma di tweet presidenziale, il giovane talento italiano ha preferito non cambiare la via vecchia per quella nuova. Ha rinunciato a vivere da comprimario cinque mesi che potrebbero essere storici, preferendo la tranquillità che il Bologna calcio gli può garantire, oltre ad un posto più o meno fisso nell’undici iniziale. Per quanto possa sembrare incomprensibile, la scelta del calciatore felsineo va rispettata. Purtroppo, non tutti la pensano così e la notizia di mercato è stata il detonatore di una bomba mediatica assurda. Da un lato, i tifosi napoletani che hanno dato una pessima prova di se, scadendo in offese personali assolutamente ingiustificate. Oltre a prendere le distanze da questa fetta di tifoseria, invito loro alla riflessione su quanto assurdo sia stato il loro comportamento. Dall’altro lato, i tifosi bolognesi che, entusiasti per la permanenza di Verdi alla corte di Donadoni, non si sono fatti sfuggire l’occasione per dare sfogo a luoghi comuni e razzismo becero nei confronti di Napoli, che niente c’entravano con la vicenda di mercato. Come se tutto questo non fosse sufficiente, svariati opinionisti hanno colto la palla al balzo per muovere le solite critiche destabilizzanti verso società e tecnico azzurro incapaci, a loro dire, di convincere un buon giocatore, anche se non un fuoriclasse, ad accettare la grande opportunità che il Napoli gli aveva offerto. Addirittura, c’è stato chi ha ipotizzato la regia occulta della Juve piuttosto che dell’Inter dietro il grande rifiuto di Verdi. Francamente, credo che si sia raggiunto il picco massimo nevrosi da calciomercato, consentita ed amplificata dal web e dai social che permettono a chicchessia di dare la forma di un post a tutto quello che gli passa per la testa. I nomi di calciatori al centro di trattative vere o presunte si susseguono a ritmo forsennato, alternando fasi di entusiasmo ad altre di depressione tra le tifoserie italiane. A titolo di esempio, ricordo il mercato di riparazione del campionato del primo scudetto; era ottobre ed il diggì del Napoli, Pierpaolo Marino, doveva completare l’organico a disposizione di Ottavio Bianchi acquistando un regista di centrocampo. Le poche voci di mercato, che circolavano esclusivamente attraverso i quotidiani, davano il Napoli sulle tracce di Leo Junior, fuoriclasse della nazionale carioca. Gli azzurri acquistarono Ciccio Romano che, evidentemente, risultò utilissimo alla causa napoletana. Se provassimo a contestualizzare l’episodio di ottobre 1986 in epoca moderna, verrebbe fuori un putiferio di critiche verso una società che non vuole cogliere al volo l’opportunità di lottare seriamente per lo scudetto. Perché non proviamo a prendere esempio da quegli anni? Perché non mettiamo da parte veleni, critiche e presunzioni senza cadere nel tranello mediatico dei social? Sarebbe il caso, piuttosto, di tenere conto che nessuna squadra, ad oggi, ha fatto acquisti degni di rilievo e che a fronte di troppi veleni la sostanza dei fatti è ferma a zero. Per fortuna si ritornerà a giocare (senza campionato le inutili chiacchiere di mercato si decuplicano!) ed il Napoli avrà davanti a se l’ostico impegno in casa dell’Atalanta…ad ora di pranzo, per giunta! Dalle parti di Vinovo sono pronti a scommettere che la prossima sarà la partita del sorpasso della Juve sul Napoli. Guai, quindi, a regalare anche solo un minuto agli avversari, guai ad abbassare il livello di concentrazione, guai a prendere sotto gamba gli avversari, facendosi abbindolare dai falsi complimenti gratuiti. In palio ci sono 54 punti e vincerà chi ne lascerà meno durante il proprio cammino, a cominciare proprio dal match di Bergamo. Avanti Napoli, Avanti!

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
@riccardomun
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