O lo ami o lo detesti. La Supercoppa ha confermato ancora una volta lo spessore di Lobotka

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Il Corriere dello Sport di questa mattina dedica ampio spazio a Stanislav Lobotka, a tutti gli effetti il cuore silenzioso del Napoli. Corre, lotta, ragiona: il suo carisma moderato è una certezza indissolubile delle vittorie recenti. La presenza in campo dello slovacco significa equilibrio, gestione del ritmo e sicurezza in ogni fase di gioco. Il classe 1994 fa sembrare semplice ciò che complicato: trasformare le transizioni, proteggere la difesa e accendere l’attacco.

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Un esempio recente si è avuto in Supercoppa contro Milan e Bologna, due sfide in cui l’ex Celta Vigo ha mostrato tutta la sua centralità: novanta minuti in entrambe le partite, due vittorie nette, un trofeo in bacheca e la conferma che, quando Lobotka c’è, il Napoli sa di poter reggere qualsiasi pressione. Uno di quei giocatori che quando ce l’hai lo adori, ma se ce l’hai contro quasi lo detesti: veloce, baricentro basso, sempre a frapporsi in una frazione di secondo tra pallone e avversario. Odiosamente amabile per gli avversari, adorato da chi gli ha visto vincere due scudetti e una Supercoppa da assoluto protagonista.

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