CdS Campania – “S O N T U O S O”. Conte brucia il diavolo nel deserto

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I campioni d’Italia centrano il primo obiettivo e lunedì proveranno ad alzare la Supercoppa contro Inter o Bologna: oggi la verità

               

 

Neres la stappa, Hojlund la chiude a chiave.

 

 

Nervi tesi e colpi proibiti poi è festa Napoli

 

L o sceicco italiano della semifinale inaugurale di Supercoppa in Arabia è Conte: la seconda sfida in tre mesi con Allegri è sua, come la terza finale in tre partecipazioni che lunedì si giocherà contro il vincente della sfida di oggi tra Italiano (Bologna) e Chivu (Inter). Presto ci sarà un nuovo sultano e non sarà rossonero per la delusione dei 25mila che hanno riempito l’Al-Awwal Park Stadium: Milan amatissimo e acclamato anche dopo la sconfitta, le foto digitali resistono a tutto. Partita senza storia, a differenza di quella combattuta a settembre a San Siro e vinta da Max: 2-0 per il Napoli con un gol per tempo, il primo di Neres sfruttando una brutta respinta di Maignan e il secondo di Hojlund. Il migliore. C’è ancora la loro firma sulla vittoria ritrovata dopo due sconfitte consecutive: dal 22 novembre hanno segnato 7 reti in due sulle 10 realizzate dalla squadra in 8 partite, firmando anche 3 assist in tandem. Sono forza e fantasia. Entrambi, tra l’altro, sono andati a festeggiare abbracciando Lukaku, in panchina per la prima volta dal 14 agosto: un bell’omaggio. Allegri, mercoledì, aveva avvertito tutti: Conte riesce sempre a tirare il meglio dai suoi nei momenti di difficoltà. Detto, fatto: Napoli superiore in entrambe le fasi anche senza Buongiorno, meno offensivo nel pressing ma attento e micidiale in contropiede. Buona l’energia dei tre cambi rispetto a Udine, fondamentale il ritorno di Lobotka in cattedra. Il turnover del Milan, reduce dal pari in casa con il Sassuolo, invece non ha pagato: anche Max ha gli uomini contati e doveva ruotare, ma la regia lenta e prevedibile di Jashari ha fatto piangere lacrime di Modric e De Winter – al posto dell’infortunato Gabbia – è stato tartassato da Hojlund. Una delle chiavi è stata il loro duello: impari fisicamente e sulla velocità. Un’altra? L’inconsistenza di Nkunku: il problema dell’attaccante è serissimo. Senza Leao, ieri neanche in panchina, il Diavolo dipende da Pulisic. Urge il mercato.  

 

Fonte: CdS

 

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