Napoli 2022/2023 in Champions: la stagione europea più brillante della storia azzurra

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Se si parla della migliore annata del Napoli nella sua storia in Champions League, si fa chiaramente riferimento all’edizione 2022/2023 della competizione continentale. La cavalcata infatti portò gli azzurri fino ai quarti di finale, traguardo mai raggiunto prima dal club nella competizione. Non fu solo una questione di risultato: fu il modo in cui quel Napoli riuscì a imporsi in Europa, con un’identità chiara, un calcio riconoscibile e la sensazione — concreta — di poter mettere in difficoltà chiunque.

Un girone dominato: Napoli subito “grande” d’Europa

Il percorso cominciò con un segnale fortissimo: Napoli-Liverpool 4-1 al “Maradona”, una notte che certificò immediatamente il cambio di status. Da lì in poi, la fase a gironi divenne una dimostrazione di forza e continuità: la squadra di Luciano Spalletti non si limitò a vincere, ma spesso lo fece con un’autorità rara per una formazione italiana di quegli anni.

Tra le partite simbolo ci sono due risultati che raccontano meglio di qualsiasi analisi la portata di quel Napoli: Ajax-Napoli 1-6 ad Amsterdam, una prestazione travolgente, e Rangers-Napoli 0-3 a Glasgow, altra prova di maturità e controllo. In quel girone, il Napoli non sembrava “una buona squadra italiana” che prova a reggere l’urto: sembrava una big europea che detta ritmo, tempi e paura agli avversari.

L’identità: intensità, verticalità e una squadra “intera”

Il valore aggiunto del 2022/23 fu la combinazione tra organizzazione e talento. Spalletti costruì un Napoli capace di recuperare palla alto, attaccare con tanti uomini e cambiare passo in pochi secondi. In Champions questa identità emerse ancora più chiaramente, perché i ritmi sono più alti e gli errori si pagano subito: eppure gli azzurri, per lunghi tratti, resero la competizione “il loro habitat”.

Il gruppo era anche mentalmente forte: il Napoli seppe convivere con la pressione e, soprattutto, con la nuova percezione esterna. Da “sorpresa” divenne rapidamente “squadra da evitare”. Questo salto è uno dei motivi per cui quella stagione viene ricordata come la più compiuta a livello europeo.

Gli ottavi: una qualificazione netta e senza paura

Il passaggio dagli ottavi ai quarti è l’altra grande firma di quell’annata. L’avversario fu l’Eintracht Francoforte e il Napoli mise subito le cose in chiaro: Frankfurt-Napoli 0-2 all’andata e poi un ritorno ancora più convincente, Napoli-Frankfurt 3-0, che chiuse la pratica con un punteggio complessivo larghissimo.
In quel doppio confronto si vide la differenza tra una squadra “in salute” e una squadra “in stato di grazia”: controllo, cinismo, e la sensazione che ogni accelerazione potesse diventare gol.

I quarti contro il Milan: il confine sottile tra sogno e realtà

La storia, però, spesso si decide sui dettagli. Ai quarti il Napoli trovò il Milan, derby italiano dal peso enorme. L’andata a San Siro finì Milan-Napoli 1-0, risultato che costrinse gli azzurri a inseguire.
Il ritorno al “Maradona” terminò 1-1: non bastò, e il Napoli uscì di scena, ma lasciando in eredità una sensazione chiara: quel traguardo (e forse anche oltre) non era un’illusione, era un livello raggiungibile.

Quella eliminazione, proprio perché arrivata contro una rivale diretta e in un confronto equilibrato, rese ancora più “vera” la crescita europea del Napoli: non un exploit episodico, ma un salto di qualità con basi solide.

Il confronto con l’attuale Champions: un contesto diverso, una lezione che resta

Oggi la Champions è cambiata anche nel formato e nelle dinamiche, e l’attualità racconta un Napoli impegnato in una fase campionato più complessa e piena di incroci ad alta difficoltà. I risultati di questa edizione mostrano quanto sia sottile il margine: vittorie come Napoli-Sporting 2-1 e Napoli-Qarabağ 2-0, ma anche passaggi a vuoto pesanti come PSV-Napoli 6-2 e la sconfitta Benfica-Napoli 2-0, che fotografano un cammino fatto di picchi e scivoloni. Ed è proprio qui che la stagione 2022/23 torna utile come “manuale”: quando il Napoli ha un’identità chiara e una continuità mentale, in Europa può essere competitivo anche contro chi è più abituato a certe notti.

In questa Champions contemporanea, tra statistiche avanzate, ranking e quote champions league, la percezione esterna oscilla rapidamente: basta un risultato per spostare il racconto. Ma la lezione del 2022/23 è che il Napoli dà il meglio quando non insegue l’etichetta (favorita, outsider, mina vagante), bensì la qualità del proprio gioco: intensità, coraggio e organizzazione.

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