Paolo Cannavaro: “Mi piace variare dalla Serie C alla Serie A alla Champions. Il Napoli è una squadra che in questo momento ha delle difficoltà soprattutto numeriche”
Nella serata di martedì 16 dicembre a Napoli si è svolta la 20esima edizione e anniversario della fondazione Cannavaro-Ferrara, nata con l’obiettivo di aiutare bambini e giovani in difficoltà. I nostri redattori Emanuele Arinelli e Riccardo Cerino erano presenti all’evento e hanno intervistato Paolo Cannavaro. Le sue parole:

Fondazione Cannavaro Ferrara: vent’anni di soddisfazione, tantissimi progetti. Cosa rappresentano questi vent’anni per voi?
“Sono vent’anni di tante cose, ma soprattutto vent’anni di fatti concreti per il nostro territorio e per la crescita provinciale, grazie al sostegno di tutte le persone che ci sono state vicine in questi venti anni. Noi, come sempre diciamo e sottolineiamo, mettiamo solo il nome a questa fondazione, ma è la fondazione di tutti.
Sempre progetti nuovi, sempre vari e sempre con il sorriso sulle labbra, sperando di portare qualche sorriso buono. Questo progetto del 2025 è a sostegno della TIN, il reparto di terapia intensiva neonatale del professor Raimondi, quindi per i più piccoli, con strumentazioni assolutamente super innovative. È uno step in più a favore dei bambini neonati.
In passato abbiamo donato due ambulanze e inaugurato le isole neonatali quest’anno. Siamo orientati in questa fase della fondazione su questi progetti e sappiamo di poter dare un contributo importante, anche grazie a questa serata, che sarà sicuramente speciale.
Il Napoli è partito per Riyad, giovedì c’è una sfida difficilissima contro il Milan che in campionato il Napoli ha già perso. Tu come la vedi?
“Le partite perse purtroppo in un campionato si perdono, quindi quello è il passato. Il Napoli è una squadra che in questo momento ha delle difficoltà soprattutto numeriche, però abbiamo visto che in alcune partite, nelle difficoltà, il Napoli è venuto fuori.
È una competizione a sé, c’è un trofeo in ballo, quindi tutto è resettato, ma il Napoli può provare a vincere questo trofeo.
Paolo, al netto dei KO contro Benfica e Udinese, qual è il tuo giudizio sulla stagione del Napoli finora?
Spesso da fuori si fa un po’ troppo semplice pensare che l’allenatore potesse fare qualcosa di diverso. Ci sono delle dinamiche e situazioni che dall’esterno non si potranno mai sapere. Detto ciò, il momento del Napoli è sicuramente positivo, perché la squadra è in corsa per la Champions e per il campionato, che quest’anno è un po’ più difficile.
La doppia competizione rispetto all’anno scorso può sporcare un po’ le prestazioni degli azzurri, ma in questo momento credo che la squadra abbia poco da recriminare e poco da rimproverare.
C’è qualcosa in ballo sul tuo ritorno in panchina?
Per ora nulla, solo attesa e la possibilità di aggiornarmi costantemente, guardando partite, allenamenti e allenatori.
Quello che si fa di solito quando un allenatore sta a casa.
Dicci di più, chi stai guardando?
Devo dire la verità, non ho qualcosa di specifico. Mi piace variare dalla Serie C alla Serie A alla Champions, quindi tutti ti possono insegnare qualcosa, soprattutto in una categoria che è un po’ snobbata, ma dove ci sono tanti allenatori bravi, soprattutto in Serie C”.
A cura di Emanuele Arinelli e Riccardo Cerino
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