Agostinelli: “C’è tensione, ma anche voglia di rivalsa”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Agostinelli, allenatore ex Napoli ed ex calciatore, tra le tante, di Napoli ed Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.

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Napoli-Milan, giovedì sera, semifinale di Supercoppa italiana. Chi arriva meglio a questa gara?
“Tutte e due arrivano dopo aver fatto male, quindi hanno grande voglia di riscatto. Sarà una partita molto sentita perché c’è un trofeo in palio. Il Napoli arriva da due sconfitte consecutive, tra Benfica e Udinese, quindi c’è sicuramente tensione, ma anche tanta voglia di rivalsa. Mi aspetto il massimo impegno da entrambe le squadre, su questo non ho dubbi. Bisognerà capire quanto di questo impegno riuscirà poi a trasformarsi in risultato, anche perché nelle ultime prestazioni è sembrato mancare proprio l’impegno da parte di alcuni elementi delle rose di cui stiamo parlando.”

 

Il Napoli visto ad Udine è sembrato abbastanza scarico, è d’accordo mister?
“Sì, sono d’accordo. Non può essere tutto solo un discorso fisico, però il fisico conta molto. Ho visto bene la partita e mi è sembrato che su ogni seconda palla, soprattutto sulla trequarti, arrivassero sempre prima i giocatori dell’Udinese, avevano più reattività nelle gambe. Quando una squadra vince spesso si pensa che le assenze non contino, ma non è così. Non puoi lasciare una squadra senza due o tre giocatori importantissimi, prima o poi lo paghi. Devono giocare calciatori che, sono meno bravi di quelli titolari. Inoltre il Napoli, con tutte queste partite, avrebbe bisogno di fare più turnover, cosa che Conte fatica a fare, soprattutto a centrocampo.”

 

Lei è famoso per aver dato spesso spazio ai giovani. Vista la necessità di turnover, qualche giovane in panchina nel Napoli meriterebbe una chance anche da titolare?
“Il problema è uno dei più interessanti da analizzare. C’è qualche giovane centrocampista che può starci tranquillamente. Conte lo stimo ma è troppo conservativo nelle scelte, mentre a volte avrebbe potuto affidarsi a qualche seconda linea come il giovane Vergara. In certi momenti, quando si vede una squadra un po’ scarica, rischiare qualche giovane in più o un giocatore che ha giocato meno sarebbe l’ideale. Io stimo tantissimo Antonio Conte, per me è uno degli allenatori più forti in assoluto, però ogni tanto mi piace anche cercare qualche possibile difetto. Lui se ha quegli undici, vanno sempre quegli undici. Forse e lo dico come possibile difetto, ogni tanto potrebbe osare qualcosa in più. Detto questo, parliamo di un allenatore che farà ancora grandi cose.”

 

Lei è convinto quindi che il Napoli resti in corsa per lo scudetto?
“Assolutamente sì. Il Napoli lotterà per lo scudetto fino alla fine, ne sono convinto. Nessuno diceva che dovesse vincerlo per forza per il secondo anno consecutivo, ma può anche succedere. Napoli e Inter sono le favorite, con il Milan leggermente più indietro. Il campionato si sta sviluppando così anche perché le squadre medio-piccole hanno tolto tantissimi punti alle grandi come non mai. È un campionato molto livellato, anche con qualche sconfitta di troppo riesci comunque a restare nelle prime posizioni. Le squadre medio-piccole sono piene di giovani talenti che fino a poco tempo fa erano sconosciuti e che ora si stanno mettendo in mostra.”

 

Le tante assenze del Napoli possono essere attribuite anche al mancato turnover?
“La verità assoluta non la sa nessuno. Quando ci sono tanti infortuni si cerca sempre una causa: lo staff tecnico e quello medico del Napoli avranno sicuramente fatto analisi approfondite. Quando gli infortuni sono numerosi, può entrarci anche la preparazione o il poco recupero. È un discorso complesso. Detto questo, resto dell’idea iniziale: al Napoli è mancato forse un rinforzo importante in più. Però se poi in una stagione ti si fanno male tre centrocampisti, come Anguissa e De Bruyne ed aggiungiamo anche Gilmour che era il primo cambio di Lobotka, diventa davvero complicato riuscire a mettere insieme undici giocatori tutti nel loro ruolo naturale.”
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