Capello: “Conte? Si sente sempre più dentro la squadra e trasmette il suo carisma ai giocatori”

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Fabio Capello, ex allenatore fra le altre di Milan, Roma e Real Madrid, ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

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Allegri straordinario per la velocità con cui ha inciso. Antonio che carisma, ma non ho capito le sue vacanze”

Capello, credeva di trovare il Milan lassù a questo punto della stagione?

Onestamente no, non me l’aspettavo. Confidavo nelle capacità di Allegri, ma non credevo riuscisse a entrare nella testa dei giocatori così velocemente, anche considerando quel che era accaduto nel Milan dell’anno scorso. Un anno fa la squadra non sapeva assolutamente posizionarsi e difendersi. Max ha saputo dare un ordine, un equilibrio. Gli interpreti sono gli stessi dell’anno scorso ma la differenza la fanno anche Rabiot e Modric, un filtro determinante che era mancato nell’anno precedente”.

Di diverso ci sono anche gli esterni, Saelemaekers e Bartesaghi. Quanto impattano?

La fascia sinistra con Theo, lo ha avuto. Prima quando andava a mille, e poi l’anno scorso quando invece non andava proprio. Era diventato il punto debole della linea, dalla sua parte gli avversari venivano giù troppo facilmente e di conseguenza tanti gol arrivavano da lì. Bartesaghi invece mi piace, lo giudico per le partite che ho visto ma non solo. Ne ho parlato con Mauro Tassotti, mi ha detto che è bravo e può avere un futuro nel Milan. C’è da fidarsi di chi lo vede ogni giorno al lavoro”.

Altro aspetto essenziale del gioco di Allegri è in attacco: finalizzare al massimo le occasioni create. Con Leao il Milan sta riuscendo?

La penso come Max: vince chi subisce meno gol, non chi segna di più. Questo non vuol dire che davanti si possa e si debba far meglio, e mi riferisco sia al Milan che al Napoli. All’inizio vedevo Leao a disagio nel ruolo di centravanti, poi però i gol gli hanno dato fiducia, Allegri lo ha convinto e nelle ultime due partite l’ho visto davvero più sciolto, libero, allegro. E poi aiuta la squadra, partecipa, è coinvolto e probabilmente anche più fresco atleticamente: corre meno non essendo obbligato ai rientri difensivi. Ma è allo stesso modo responsabilizzato, sa che in area deve essere più cinico che mai”.

Con un Rafa così non c’è bisogno di un nuovo centravanti dal mercato?

Un centravanti? E dove sono? Quelli che fanno la differenza se li tengono stretti i club che ce l’hanno, e se ce ne sono in giro arrivano prima gli inglesi, poi spagnoli e infine noi. Ma, mercato a parte, dipende dalle idee tattiche dell’allenatore: servirebbe, nel caso, un giocatore che si adatti alla sua visione di gioco. Oppure uno che faccia gol: lì non si sbaglia mai. Il calcio è una materia facile: gli attaccanti devono segnare, i portieri parare… Non è un caso che il Milan sia tornato in cima proprio ora che Maignan compie grandi interventi”.

Deluso da Nkunku?

Contro la Lazio, per la prima volta, non mi è dispiaciuto, l’ho trovato coinvolto e volenteroso. Possiamo definirlo “un risveglio”. Per i gol giusto aspettarlo ancora”.

Dall’altra parte Conte si è ripreso punti e complimenti. Che impressione ha avuto?

«L’ho trovato in grande forma, particolarmente ispirato nella gestione come nelle idee. Si sente sempre più dentro la squadra e trasmette il suo carisma ai giocatori”.

L’ultimo strappo – la scelta di restare alcuni giorni a Torino – è in realtà servito a rimettere insieme i pezzi?

Per questo l’ho criticato, credo che abbia mancato di rispetto a chi doveva allenare, e cioè quei giocatori che non erano stati convocati in nazionale. Così ha rischiato di farli sentire giocatori “di serie B”. Avrebbe dovuto andare prima da loro a dire: “Vi lascio lavorare con lo staff”. Prima, non dopo”.

Certi momenti possono essere strategici e finalizzati a mantenere alta la tensione?

“Antonio sembra voler trovare i nemici in se stesso, ma ognuno di noi ha il proprio modo di gestire i momenti. A lui i risultati danno ragione, qualsiasi altra argomentazione filosofica lascia il tempo che trova».

In Champions i risultati del Napoli sono stati altalenanti…

L’Europa resta un banco di prova. Mi sembra però che abbia trovato una strada che sta dando i suoi frutti anche in campo internazionale, nel tipo di gioco e per la quadratura che Conte ha dato alla squadra. Dopo una serie di esperimenti ha trovato equilibrio con un attaccante e due mezze punte veloci”.

Fosse una corsa a due, quale il punto in più del Milan?

La possibilità di lavorare e parlarsi durante la settimana, senza impegni extra. Un fattore pesante, che può valere per il Milan e il Como: attenzione perché Fabregas può dar fastidio lì davanti, lo dissi a inizio stagione”.

Il punto in più del Napoli?

Un uomo, Lukaku. Si è già visto quanto può essere determinante nel nostro campionato».

 

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