ESCLUSIVA – Novella Calligaris: “Le mie Olimpiadi legate a due eventi terribili, per sempre grata a Bubi Dennerlein. Nuoto, credo molto in Ceccon!”

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Novella Calligaris, prima donna italiana a conquistare una medaglia olimpica nel nuoto a Monaco di Baviera 1972, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni de ilnapolionline.com a margine di un evento di presentazione della America’s Cup Louis Vuitton 2027, in scena a Napoli.


Come descriverebbe l’esperienza di diventare la prima donna italiana a conquistare una medaglia olimpica nel nuoto?

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“Purtroppo le le mie partecipazioni olimpiche sono legate a due eventi terribili: nel 1968 in Messico, avevo 13 anni, c’è stato l’ecidio di Piazza delle tre culture dove sono morti dei miei coetanei perché protestavano contro il governo. La prima medaglia, a Monaco, è stata la medaglia dell’incoscienza: avevo 17 anni, ero andata per entrare in finale ma avevo una guida straordinaria come il vostro concittadino, Bubi Dennerlein, che non era solo un allenatore ma era un genio, un filosofo dello sport, ma anche psicologo ed innovatore: mi aveva preparato moltissimo e aveva capito le mie potenzialità ma non le aveva fatte intuire neppure a me e questo mi portò ad arrivare seconda e poi ad ottenere la prima medaglia per il nuoto italiano sia maschile che femminile, quasi incoscientemente. Bubi fu l’unico a credere in me e poi da lì ho preso altre due medaglie di bronzo, nei quattro misti negli 800 stile libero.
La tragedia di Settembre Nero noi non l’abbiamo vissuta, non ce ne siamo resi conto perché pensavamo fossero in maschera: la palazzina dell’Italia era vicina alla palazzina di Israele, allora erano in ordine alfabetico e pensavamo si trattasse di uno scherzo, poi invece ci trascinarono via, io avevo avuto un permesso per restare ancora qualche giorno perché desideravo assistere ad una gara di Mennea. Invece dovemmo fare le valigie e ripartire subito. Capimmo che cosa era successo solamente al nostro arrivo a Milano Malpensa, quando la gente ci riferì l’accaduto”.

Come gestiva la pressione e le aspettative quando gareggiava ai massimi livelli?

“Io non ho fatto nessun sacrificio perché tutto quello che ho fatto avevo voglia di farlo e quando tu fai le cose con passione la fatica non la senti, anzi la fatica è corroborante, è una cosa che ti dà ancora più energia, ti dà soddisfazione, ti dà la capacità di superare gli ostacoli e ti insegna a vivere”.

Crede che oggi gli atleti siano più avvantaggiati grazie alla tecnologia e alla preparazione scientifica?

” Innanzitutto è cambiata la società e quindi anche lo sport segue i cambiamenti della società, le tecnologie attuali sicuramente hanno migliorato tantissime cose, dai costumi alle piscine, alle corsie, alle tecniche di allenamento. Oggi non c’è l’allenatore che deve essere a conoscenza di vari aspetti, c’è uno staff dietro ogni atleta e ciò permette all’atleta di avere un maggior supporto e di ottimizzare tutte le sue capacità natatorie nel caso, ma atletiche in generale. Oggi lo sport non è dilettantistico ma è professionistico a tutti i livelli e quindi c’è anche questa spinta economica che fa sì che gli atleti vadano più avanti con l’età, perché è chiaro che quello che guadagnano nello sport, prima che si riesca a guadagnare la stessa cifra nella vita, è molto più complicato e quindi si è prolungata anche l’attività. Poi ogni epoca ha le sue peculiarità, quindi un grande rispetto per tutti”. 

C’è qualche nuotatore o nuotatrice attuale che la ispira particolarmente?

“Forse saranno in tanti a condividerlo, ma io ho una passione folle per Thomas Ceccon. Thomas è un talento straordinario, un bellissimo ragazzo, avendo 50 anni di meno farei la corte a non finire visto che ha dichiarato che è single (sorride, ndr), ma è soprattutto un ragazzo intelligente, molto spiritoso ed introverso: ci darà grandissime soddisfazioni e secondo me troverà una bella strada anche nella vita perché ha un potenziale umano fortissimo, che gli regalerà una bella vita e ci regalerà tante soddisfazioni”. 

 

Intervista a cura di Riccardo Cerino

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