Martedì, al Maradona, McTominay ha anche dato una mano a Hojlund. Che quel rigore sbagliato lo avrebbe sognato ancora di più, altrimenti. Rasmus è stato tra i primi ad abbracciarlo, un caso non è: per la prima volta da quando i due giocano insieme con la maglia del Napoli, infatti, Scott è riuscito a fare gol con Hojlund contemporaneamente in campo. Ha dovuto attendere 970 minuti. Non sempre ci erano riusciti anche quando vestivano quella del Manchester United. Anzi, ai Red Devils era capitato appena 10 volte nelle tante partite giocate insieme in due stagioni. Una buona notizia per Scott, per Rasmus, per Conte soprattutto. I due non si “pestano” più i piedi, stanno imparando nuovamente a dividersi le giuste zone di campo. Anche in occasione del primo gol contro il Qarabag, ognuno coi compiti giusti in area di rigore, per far male anche da calcio piazzato. Uno avanti e l’altro indietro, uno sul primo e l’altro sul secondo palo. Senza Kevin, Zambo, con ancora Lukaku ai box, il gran consiglio napoletano è un tavolo a cui Conte può ospitare pochissimi elementi. Lo scrive Il Mattino in edicola quest’oggi.
Due di questo sono loro, ex United, chiamati ad assumersi la responsabilità di una squadra da trascinare fuori dalle altalene di questa prima parte di stagione. McTominay è stato tra i protagonisti assoluti anche del faccia a faccia di una settimana fa. Perché Antonio si fida di Scott e viceversa. Sa che dal suo esempio può passare tanto, perché piace ai tifosi e pure ai compagni nello spogliatoio. A proposito di numeri: non solo viaggia alle stesse medie italiane di un anno fa, ma ci ha aggiunto anche già tre gol in Champions League (l’80% delle reti sono arrivate di testa). Quella Europa che conosceva bene e che un anno fa gli era mancata. Dove ora mette anche la firma pesante: e se Eindhoven era stata amarissima, dolcissima è la notte di Napoli. Se l’è goduta anche ieri, sul mare, nel giorno di relax. Ma da oggi si torna a puntare anche Roma.
