Noa Lang: tocchi d’esterno, dribbling, cross tesi, la bella scoperta

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E’ arrivato in estate ma finora non aveva potuto esprimere tutto il suo talento, ma dalla partita con l’Atalanta e poi quella col Qarabag, Noa Lang è diventato una bella scoperta. Il Corriere dello Sport scrive: “Di Neres si conosceva già tanto, di Noa Lang non ancora. C’era il sospetto potesse essere qualcosa di simile al giocatore intravisto nell’ultima settimana per l’investimento estivo, oltre 25 milioni al Psv, per l’insistenza del colpo (era stato cercato già a gennaio) e poi per il curriculum, i due campionati vinti con la dieci sulle spalle in Olanda, i venti gol in due stagioni, lo show contro la Juve in Champions e una personalità evidente già in conferenza, nel giorno della presentazione, quando si descrisse come il giocatore per cui «pagare un biglietto e venire allo stadio». Chi era al Maradona nelle ultime due ha capito cosa intendesse dire, Lang, quel giorno. Pur non essendo ancora al top, pur avendo proposto di sé una versione parziale, le giocate sono evidenti, il suo calcio è delizia per gli occhi, sono tocchi di suola e d’esterno, tentativi di dribbling e cross tesi anche col mancino che non sarebbe il suo piede principale. Quando Lang ha palla, e la riceve allargandosi a sinistra, tutto può accadere e qualcuno magari dalle tribune s’alza pure in piedi. Neres è più diretto, neppure il tempo di riceverla che è già fuggito via con uno stile tutto suo, molto efficace, meno elegante. Alla fine conta la sostanza, almeno nel calcio”.

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