Hiv, campagna ‘La scelta sei tu’, l’infettivologo: “Persone con Hiv parte attiva nella cura”

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(Adnkronos) – Campagne come ‘Choose You = La scelta sei Tu’, “sono fondamentali perché parlano direttamente alle persone con Hiv con un linguaggio chiaro, rispettoso e al passo con i tempi. Offrono informazioni affidabili sulla terapia, sui diritti, sulla salute sessuale, sul significato di U=U, aiutando le persone a sentirsi parte attiva del proprio percorso di cura”. Così Davide Moschese, infettivologo dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano in vista della Giornata mondiale contro l’Aids che si celebra ogni anno il 1° dicembre, commenta l’importanza della campagna di sensibilizzazione di Gilead Sciences.  

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“La vita delle persone che vivono con Hiv è cambiata in modo radicale – spiega l’esperto – Oggi, grazie alle terapie moderne e semplici da assumere e altamente efficaci, è possibile raggiungere una qualità di vita e un’aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione generale. L’infezione è diventata una condizione cronica e gestibile. Chi segue regolarmente la terapia mantiene la carica virale non rilevabile e può vivere pienamente la propria vita anche da un punto di vista affettivo, sessuale e familiare. Abbiamo inoltre un principio scientifico fondamentale, quello dell’U=U – Undetectable = Untransmittable, ovvero non rilevabile = non trasmissibile – che dimostra come una persona con virus non rilevabile sul sangue non trasmetta l’Hiv per via sessuale. Questo ha un impatto enorme nel ridurre le ansie e lo stigma, restituendo serenità e prospettive che fino a pochi decenni fa erano impensabili per le persone che vivono con Hiv”. 

Secondo Moschese, queste campagne “contribuiscono a ridurre lo stigma sia esterno che interiorizzato, favoriscono l’aderenza alla terapia e incoraggiano un rapporto più aperto e sincero con i professionisti sanitari. Rendere i pazienti più consapevoli e informati – sottolinea – significa infatti aiutarli a fare scelte libere, informate ma anche consapevoli e questo si produce in migliori risultati clinici e in una qualità della vita più alta. Sono iniziative che ovviamente non sostituiscono la parte ospedaliera del percorso di cura – conclude – ma che la potenziano e quindi si lavora di concerto per ottenere il massimo dal percorso di cura e mettere sempre davvero al centro la persona”. 

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