Quando il Napoli pensò a Zenga: l’intrigo segreto dello Scudetto ’87

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Così Walter Zenga non l’aveva mai raccontata quella storia che all’inizio del 1987 scosse il calciomercato. Più di trentotto anni fa. Il Napoli di Maradona si giocava il primo scudetto della sua storia, tra i pali Garella, il portiere che parava più con i piedi che con le mani. In quei mesi Zenga giocava nell’Inter. Un giorno arrivò una telefonata, come Walter ha raccontato a Sky Sport, intervistato dal giornalista Alessandro Bonan. «Mi chiama Lorieri, portiere del Torino. Mi dice: vuole parlarti Moggi. Era il direttore sportivo del Torino all’epoca e circolava la voce che dovesse andare alla Roma. Scopro che stava per trasferirsi al Napoli. Parliamo due volte, una al telefono e l’altra a Roma».

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Il piano del Napoli era mandare via Garella, anche se stava vincendo il primo scudetto, e ingaggiare Zenga, a cui venne dato anche un anticipo di 150 milioni di lire. «Si usava così: una caparra al giocatore in scadenza di contratto. Cifra che restituii subito». Ma l’affare saltò perché il Napoli, alla fine, decise di confermare Garella. Sarebbe stato il portiere anche nella stagione 1987-1988, conclusa con la rivolta di maggio dei calciatori contro l’allenatore Bianchi. Tra i quattro giocatori considerati dalla società a capo di quella ribellione dello spogliatoio, con tanto documento firmato (ma non da Maradona), c’era Garella, che lasciò Napoli per cedere il posto non a Zenga ma a Giuliani, allenato da Bianchi a Como.

Per Zenga il San Paolo, lo stadio dove avrebbe potuto giocare da portiere azzurro, diventò un incubo il 3 luglio 1990, quando nella semifinale del Mondiale Italia-Argentina sbagliò il tempo di uscita e favorì il pareggio di Caniggia.

Supplementari, rigori, azzurri sconfitti e Diego con i suoi compagni in finale. Il rapporto tra Maradona e Zenga era forte. A distanza di tanti anni, avrebbero vissuto porta a porta a Dubai, dove allenavano.

Fonte: Il Mattino

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