Uap: “In Manovra fare chiarezza su farmacia dei servizi e tariffe Ssn”

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(Adnkronos) – Fare chiarezza, nella manovra economica, sulla farmacia dei servizi e sulle tariffe Ssn, "con regole utili alla tutela della salute dei cittadini". Lo chiede l'Unione nazionale degli ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap). "Il Governo ha dato un segnale di attenzione al lavoro tecnico svolto in questi mesi e di questo lo ringraziamo, dichiarandoci pronti a collaborare per costruire un nomenclatore aggiornato e scientificamente fondato, capace di remunerare correttamente le prestazioni e di tutelare i pazienti, unico modo per l'abbattimento delle liste di attesa", dichiara la presidente Uap, Mariastella Giorlandino, sottolineando però "la forte preoccupazione per la nuova formulazione dell'articolo 68 (Farmacia dei servizi), che – rispetto alla precedente bozza dell'articolo 67 – risulta meno chiara sul regime autorizzativo e di accreditamento delle farmacie". Uap, dunque, "accoglie con favore l'impegno del Governo a destinare risorse significative all'adeguamento delle tariffe del nomenclatore nazionale (art. 67 del Ddl Bilancio 2026), finalmente volto a ristabilire un sistema di remunerazione coerente, aggiornato e trasparente, dopo l'annullamento del precedente decreto da parte del Tar Lazio. Si tratta di un passo concreto verso un equilibrio tariffario equo, che con i fondi destinati dal ministero potrà valorizzare la qualità delle prestazioni e garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale per pubblico e privato accreditato. Ci si augura che tali fondi saranno utilizzati esclusivamente per la sanità dei cittadini, con chiarezza degli importi utilizzati, e non si verifichi quanto successo precedentemente", auspica l'associazione. Ma nella nuova la nuova formulazione dell'articolo sulla farmacia dei servizi, rimarca Uap, "la soppressione del riferimento esplicito all'obbligo di 'autorizzazione e accreditamento' per l'integrazione delle farmacie nel Ssn rischia di riaprire spazi interpretativi in contrasto con il principio fondamentale di 'stesse regole per la stessa prestazione', sancito dal D.Lgs. 502/1992 e ribadito da Uap in ogni sede istituzionale".  Per Uap: l'erogazione di prestazioni sanitarie a carico del Ssn deve restare subordinata a requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici, come già previsto dalle lettere c-bis e c-ter dell'articolo 8 del D.Lgs. 502/1992; la capienza nel fabbisogno sanitario standard regionale costituisce un vincolo inderogabile per la contrattualizzazione e la remunerazione; ogni deviazione da tali regole configurerebbe una scorciatoia normativa inaccettabile, che metterebbe a rischio la sicurezza clinica e la parità di trattamento tra operatori del sistema sanitario. "Non vorremmo – afferma Giorlandino – che una modifica meramente lessicale si trasformasse in una porta aperta a nuove deroghe o scorciatoie. La farmacia di prossimità ha un ruolo importante, ma non può diventare un centro sanitario parallelo privo di controlli e requisiti".  Uap, quindi, "auspica che il Parlamento approvi l'articolo 68 nella forma attuale, ma con un chiarimento esplicito sul rispetto delle regole di autorizzazione e accreditamento, respingendo ogni tentativo di deregolamentazione sanitaria che andrebbe a scapito della salute dei cittadini e della coerenza del sistema Ssn". Conclude l'associazione: "Prossimità sì, ma con sicurezza, legalità e parità di regole, applicando il D.Lgs. n. 502/1992 con i relativi requisiti". 
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