Spalletti fa la sua top 11: ci sono degli azzurri ma mancano dei top

Nion ci sono Lobotka, Icardi, Osimhen non ci sono...

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A Trento Luciano Spalletti disegna la sua top-11 dei calciatori allenati in carriera, escludendo la Nazionale. E non mancano le sorprese….

 

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Non è facile riassumere il meglio di trent’anni di carriera da allenatore in undici giocatori disegnati su una lavagna. Ma Luciano Spalletti ha concluso la sua intervista al Festival dello Sport rimettendosi per un attimo la giacca da tecnico e, armato di campetto e pennarello, come se fosse in spogliatoio, ha disegnato la sua formazione ideale dei calciatori allenati in carriera. Una top-11 che non comprende, però, i giocatori della Nazionale: “Sarebbe troppo facile, già a partire da Donnarumma”. E allora, dopo la scelta del modulo (il 4-2-3-1), parte un viaggio da Udine a Roma, da San Pietroburgo a Milano, scegliendo gli undici fenomeni di una carriera intera, senza farsi mancare sorprese e esclusioni di lusso. Preparatevi, perché ci sono MVP e capocannonieri lasciati in panchina.

Già la scelta del portiere è complicata, e infatti Spalletti ne scrive due: Alisson e Szczesny, allenati entrambi alla Roma. “Due grandissimi portieri, entrambi bravi con i piedi. Per me è sempre stato un problema lasciarne fuori uno, infatti uno giocava le coppe e uno il campionato”. Il polacco era il titolare in Serie A, mentre Alisson giocò i playoff di Champions e l’Europa League. Quando Szczesny se ne andò dalla Roma alla fine della stagione 2016/2017 Alisson si prese la porta giallorossa, ma Spalletti aveva già lasciato la capitale e di lì a poco avrebbe firmato con l’Inter. Nessuna menzione, dunque, per Alex Meret, portiere dello Scudetto di Napoli, o per Samir Handanovic.

NAPLES, ITALY - JUNE 04: Luciano Spalletti, Head Coach of SSC Napoli, and Giovanni Di Lorenzo of SSC Napoli celebrate with the Serie A trophy following the Serie A match between SSC Napoli and UC Sampdoria at Stadio Diego Armando Maradona on June 04, 2023 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Cancelo? Florenzi? No, sulla destra Spalletti sceglie Di Lorenzo, che vince il ballottaggio anche su Panucci. Il terzino è titolare inamovibile e leader degli azzurri campioni d’Italia con Spalletti: gioca sempre (37 partite in Serie A, 10 in Champions), per un totale di 4147 minuti a fine stagione. Culminata con la vittoria del terzo Scudetto.

NAPLES, ITALY - OCTOBER 20: Luciano Spalletti , Kalidou Koulibaly speaks at a SSC Napoli press conference, on the eve of their UEFA Europa League Group C match against Legia Warszawa, on October 20, 2021 in Naples, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Non è bastato a Kim Min-jae vincere lo Scudetto alla prima stagione in Italia, con tanto di premio come miglior difensore del torneo, per ritagliarsi un posto nella top-11 di Spalletti. L’ex ct della Nazionale si affida a Koulibaly, incrociato a Napoli per una stagione, la 2021/22, prima che il senegalese lasci proprio l’anno prima dello scudetto dopo 7 stagioni in azzurro.

during the UEFA Champions League group D match between Roma and Olympiakos at the Stadio Olimpico on October 31, 2006 in Rome, Italy.

Niente Rudiger o Manolas, Spalletti sceglie di affiancare a Koulibaly Cristian Chivu, formando una coppia inedita e che sul campo, per motivi anagrafici, non si è mai vista: quando Chivu lasciava l’Inter per ritirarsi nel 2014, Koulibaly era appena arrivato a Napoli. L’allenatore del’Inter ha avuto Luciano Spalletti in panchina nei suoi ultimi due anni di Roma, e qui il ct cita un altro ex giallorosso che avrebbe potuto stare in top-11: “Philippe Mexes. Un pazzo, ma aveva una forza disumana”.

“Ho avuto Emerson, Riise, Tonetto all’Empoli”, ma alla fine la scelta di Spalletti cade su Jankulovski, allenato all’Udinese dal 2002 al 2005: “Uno che spingeva in maniera incredibile”. E infatti a Udine il ceco esplode, centrando con Spalletti in panchina la prima, storica qualificazione in Champions dei friulani prima di passare al Milan nell’estate del 2005.

Inter' coach Luciano Spalletti embraces Roma's midfielder Daniele De Rossi at the end of the Italian Serie A soccer match AS Roma vs Inter FC at Olimpico stadium in Rome, Italy, 26 August 2017. 
ANSA/CLAUDIO PERI

Per l’ex ct la scelta in mediana è molto più semplice. Nessun Lobotka, Fabian Ruiz, Anguissa o Brozovic che tenga: Spalletti va con una coppia tutta romanista, scritta di getto e senza pensarci due volte. Il primo è Daniele De Rossi, avuto in campo in tutte e due le esperienze alla Roma: 22enne al suo arrivo nel 2005, leader 33enne al suo addio nel 2017 e vice capitano dietro a Francesco Totti.

Paredes? Nainggolan? Macchè. Ad affiancare De Rossi è David Pizarro, una costante a centrocampo nella carriera in panchina di Spalletti. Tecnica, visione, fisico, “El Peq” aveva tutto, come dimostrato nei suoi sei anni di Roma e tre di Fiorentina. Avuto da Spalletti all’Udinese, i due si ritroveranno a Roma e David farà coppia fissa a centrocampo con De Rossi.

ROME, ITALY - MARCH 19:  AS Roma player Mohamed Salah with the coach Luciano Spalletti during the Serie A match between AS Roma and US Sassuolo at Stadio Olimpico on March 19, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Luciano Rossi/AS Roma via Getty Images)

Quando sceglie il modulo, Spalletti esalta gli “spigoli”, porzioni di campo dove, in attacco, agiscono gli esterni che rompono le difese avversarie con l’uno contro uno. E allora giù con la fantasia. L’ex ct fa il nome di Hulk, attaccante brasiliano dal tiro devastante allenata ai tempi dello Zenit, ma ha pochi dubbi a scrivere il nome di Mohamed Salah. Anche a costo di lasciare in panchina Matteo Politano. Arrivato a Roma da “scarto” di Mourinho al Chelsea (lo Special One dirà: “non era pronto”) e dopo qualche mese in prestito alla Fiorentina, Momo nella capitale fa il salto definitivo. Trentaquattro gol e 21 assist in due anni, che gli valgono il trasferimento per 42 milioni di euro al Liverpool.

ST LOUIS, MO - AUGUST 01:  Luciano Spalletti (L) and Francesco Totti before the pre-season friendly match between AS Roma and Liverpool FC  at Busch Stadium on August 1, 2016 in St Louis, Missouri.  (Photo by Luciano Rossi/AS Roma via Getty Images)

Il “dieci”, il trequartista al centro nei tre dietro la punta non può che essere lui, Francesco Totti. Spalletti mette da parte gli attriti del suo ultimo anno a Roma, quello dell’addio di Francesco, e lo mette lì, al centro del gioco senza se e senza ma. Per l’applauso del pubblico del Festival di Trento. “Ho sempre avuto un rapporto schietto con lui, forse troppo dicendo alla Roma di gestire la situazione-Totti – spiega Spalletti al Festival -. Mi ha messo in difficoltà a volte? Sì, anche perché se a Roma ti metti contro il Re di Roma, vai a casa te. Ora il rapporto si è ricostruito”.

MILAN, ITALY - OCTOBER 29: Khvicha Kvaratskhelia of SSC Napoli celebrates after scores their team's second goal during the Serie A match between AC Milan and SSC Napoli at Stadio Giuseppe Meazza on October 29, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Anche a sinistra la scelta è quasi obbligata. Non c’è Mancini (il romanista) o Perisic che tenga, sulla fascia ci va uno degli uomini-simbolo dello scudetto spallettiano: Kvara, a proposito di esterni che “sgranano” le difese. Con il Napoli esordio con gol e assist contro il Verona, e via a suon di reti e giocate (alla fine saranno 14 gol e 17 assist) fino al tricolore, con MVP dell’anno della Serie A annesso.

Spalletti lascia le sorprese per la scelta in attacco. Fuori Osimhen e Icardi, per Luciano il più forte mai allenato è Dzeko. Victor gli ha regalato uno Scudetto con 26 gol in campionato, Mauro nel 2017/18 fu capocannoniere (con Immobile) con 29 gol, ma Spalletti premia Dzeko. “Con me a Roma Edin ha fatto delle cose incredibili: era il giocatore che aveva tutto, qualità e fisicità”. E come dargli torto: nel 2016/17 a fine stagione saranno 39 gol e 14 assist in 51 partite. “Se con questa squadra non si vince uno scudetto, ci si va vicino”, chiude Spalletti.

Fonte: Gazzetta14

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