Non brilla. Almeno non come i tifosi del Napoli sono abituati a vedergli fare. Scott McTominay quest’anno sembra più essere dedito al “lavoro sporco”. Eppure, nonostante lo si indichi tra i “sottotono”, è sempre lui l’insostituibile. Scrive Il Mattino: “Su 8 partite in totale, il centrocampista scozzese ha giocato 681’ tra Serie A e Champions League, a fronte di 720’. È il giocatore più impiegato da Conte, ben 38’ in più del secondo in questa speciale classifica, ovvero Frank Anguissa, a quota 643’. McTominay è stato sostituito tre volte: all’89’ di Sassuolo-Napoli, per l’esordio del talento Vergara; al 73’ di Milan-Napoli, nella sconfitta di San Siro; al 69’ di Napoli-Sporting in Champions League. Un totale di 39’ saltati. Pochissimi, considerando quanto si sia giocato fino a questo momento. È uno di quelli che è sempre sceso in campo da titolare, per lui non esiste turnover. Conte lo aveva sottolineato dopo la vittoria contro il Genoa: «Con i quattro centrocampisti, c’è bisogno di un centrocampista con caratteristiche particolari». Scott, appunto. Perché riempie l’area quasi come se fosse un attaccante aggiunto, dando un grosso fastidio alle difese avversarie. Basta guardare il secondo gol contro il Genoa e l’intervento decisivo con il piede che ha portato al tiro di Anguissa non trattenuto da Leali. Per tutto il resto, c’è Hojlund.”
