Alemao: “Ero un centrocampista moderno, Diego era di un altro pianeta”

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Alemao, ex centrocampista del Napoli, protagonista delle vittorie del secondo scudetto e della Coppa Uefa, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Calciobox. Ecco le sue parole:

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Durante la tua carriera hai rivestito il ruolo di centrocampista, quanto è cambiato il compito nel corso degli anni?

“Il mio stile di gioco non è cambiato molto, avevo un modo di giocare molto simile a quello dei tempi moderni con più dinamismo, oggi ogni squadra ha il suo schema tattico”.

Quali sono state le tue sensazioni alla chiamata del Napoli ai tempi di Maradona?

“Non pensavo di andar via subito dall’Atletico poiché avevo fatto una stagione incredibile lì ma all’improvviso il nuovo presidente ha deciso di mandare tutti via. Mi avevano detto che c’era qualche squadra interessata a me ma non sapevo fosse il Napoli che era già a Madrid per chiedermi se volessi andare, sono rimasto molto felice del loro interesse”.

Come potresti descrivere con un aggettivo Maradona, Careca e Carnevale?

“Di Diego non si può neanche parlare è di un altro mondo, lui era un genio che rendeva tutto facile ed era divertente giocare con lui, Careca per me giocava molto più di quello che la gente pensava, era un fenomeno, Andrea Carnevale era grintoso, estremamente intelligente, bastava rubare la palla e dare la palla ad uno di loro tre per far partire l’azione”.

Sappiamo che tu hai sconfitto l’epatite e quella sera stessa hai segnato sotto il cielo di Stoccarda dove hai scritto la storia del Napoli, c’è qualche aneddoto di quella notte?

“Non dovevo essere un calciatore e non avevo mai sognato di esserlo, giocavo per strada ed ero un attaccante, ma un giorno un allenatore mi ha invitato a fare degli allenamenti con la sua squadra, avevo 15 anni, il mister mi insegnò i movimenti del centrocampista e sono migliorato tantissimo. Durante uno degli ultimi allenamenti il mister disse a me ed un altro ragazzo perché non giocate così anche nel Botafogo, e alla fine ci rivelò che eravamo stati convocati dalla nazionale, noi dovevamo andare a casa ed invece lo abbiamo seguito nella nazionale e da lì poi inizia il viaggio, un mese dopo sono rientrato al Botafogo da capitano”.

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