A guardarla da qualsiasi prospettiva, tutto ruota attorno al centrocampo e non potrebbe essere altrimenti. Lo sa bene Antonio Di Gennaro, ex centrocampista e attuale commentatore nella squadra di Dazn, che con uno sguardo particolarmente interessato guarderà domani sera Milan-Napoli.

A sfidarsi saranno le due squadre che in mezzo al campo, in termini di valori e caratteristiche, possono esprimere tutto il meglio del nostro campionato a partire dal duello tra Modric e Lobotka.
Il croato contro lo slovacco. La sfida è tutta nei loro piedi?
«Comunque vada vedremo una regia di grande qualità. Hanno visione e tempi di gioco, con qualche differenza. Lobotka ha meno capacità di lancio mentre Modric verticalizza con grande facilità. Lo slovacco gioca più sul corto e riesce comunque a farlo con grande efficacia. Parliamo di due reparti completi in tutto, fisici e dotati di capacità realizzativa».
Quale può essere la chiave tattica?
«Parliamo di due squadre che subiscono poco, in grado di avere qualità e allo stesso tempo equilibrio. Dal centrocampo arriva il filtro necessario, questa prerogativa potrà risultare decisiva in una gara così incerta».
Rabiot può portare al Milan quello che ha portato McTominay al Napoli?
«I rossoneri con il francese hanno portato il livello del centrocampo a quello dei partenopei, acquisendo forza ed esperienza. Il Napoli si porta dietro le certezze acquisite nel campionato scorso, ma la mossa di spostare lo scozzese sulla sinistra si è rivelata decisiva, diventando un uomo offensivo in più che va a inserirsi e concludere».
Cosa l’ha colpita di più guardando Modric e De Bruyne all’opera in Italia?
«La loro umiltà. Ci mettono passione, voglia e la capacità di essere sempre nelle migliori condizioni. Parliamo di grandi giocatori che hanno l’umiltà e l’ambizione di fare cose importanti per loro stessi e per quello che danno alla squadra a livello di gioco e carisma. I campioni migliorano il nostro campionato e i loro compagni, come lo facevano ai miei tempi i vari Rummenigge, Platini, Maradona e Zico».
C’è il rischio che a San Siro con tanto equilibrio prevalgano i tatticismi?
«Non escludo che una gara così alla fine possa essere decisa da una palla inattiva. Siamo all’inizio della stagione, speriamo le squadre vogliano creare spettacolo perché i mezzi per farlo ci sono. Non mi aspetto troppe marcature a uomo. Oggi trovare qualcuno che dribbla e va via non è semplice e lo dimostra il lungo inseguimento, nell’ultimo mercato, a Lookman da parte dell’Inter che non ha un profilo del genere».
A centrocampo l’età è ancora un fattore che fa la differenza?
«La semplicità e la capacità di leggere le partite fanno la differenza quando sei così esperto. Poi serve allenarsi e correre per arrivare in anticipo su certe situazioni. L’allenatore dà le indicazioni, ma il giocatore trova la posizione e crea il presupposto per fare qualcosa di diverso in caso di necessità. Quelle di calciatori come De Bruyne e Modric sono caratteristiche innate perché la personalità semplicemente non si allena».
Ai giovani gli esempi da seguire di certo non mancano.
«Penso a Ricci, che è stato un investimento e può imparare da Modric. Io giocavo dietro ad Antognoni ed era un piacere crescere con lui come riferimento. Certe esperienze ti fanno capire che con umiltà e ambizione di vincere si va lontano».
Fonte: CdS
