GAZZETTA- Le mosse di Conte per fermare Haaland
“In ogni giorno calcisticamente codificato c’è un uomo al quale bastano (appena) 68 minuti per andarsene ad abbracciare il vento, esultando, mentre intorno c’è un gran filo di delusione. E non c’è (quasi) partita nella quale il signore del gol, in arte Erling Haaland, non riesca a compiere la sua missione ormai normale: far contento se stesso, il City e pure l’Etihad, ovviamente.
Il pericolo, con Haaland, viene da lontano (a campo aperto, come ha ricordato il derby con lo United) o anche da vicinissimo, nei sedici metri, dal basso, perché coi piedi il norvegese ci sa fare, o dall’alto: non è, non può essere esclusivamente una questione di centimetri, anche se il metro e 95 del bisonte di Guardiola ha un suo peso, e comunque per non soffrirlo poi tanto, Conte s’è attrezzato con la sua difesa di giganti e, perso Rrahmani (1,92), però può accontentarsi di Buongiorno (1,90), di Beukema (1,88) senza neanche lamentarsi del sostegno che daranno Di Lorenzo (1,83) e Olivera (1,84). Ma non è banalmente una questione fisica, che sui calci piazzati conta: la “gabbia” o quel che serve parte in mezzo al campo, nella disposizione, nella distanza tra i reparti, con il pressing alto e la densità che Beukema sembra annunciare: “Ci abbiamo lavorato tanto sin dai due ritiri. A Firenze lo abbiamo fatto bene ma dobbiamo ancora migliorare, io e Buongiorno abbiamo parlato tanto e lo abbiamo fatto anche in questi giorni di allenamento. Ci aspetta un’altra gara difficile, stavolta è il debutto di Champions League con il Manchester City, e vogliamo dimostrare quanto siamo forti. Dobbiamo essere molto attenti ma sono convinto che faremo una bella partita”.
