Venduto il 50 per cento in più rispetto ai primi tre mesi del 2024, il fatturato vola
La foto esposta
La foto è esposta qui ed è quella della processione del pullman dei neo Campioni d’Italia il 26 maggio sul Lungomare di via Caracciolo. «Trecento-quattrocentomila persone intorno al bus, un ritorno di immagine clamoroso per la città con un effetto positivo sul nostro lavoro». Che non conosce sosta, come quello degli ambulanti presenti non soltanto nel canonico giorno delle partite nelle strade del centro. Le bancarelle sono fisse, come puntuale è l’apertura delle saracinesche dei negozi che vendono rigorosamente maglie contraffatte.
I dati sulle maglie
Ma ciò incide fino a un certo punto sulla vendita delle divise ufficiali ideate da Valentina De Laurentiis, la figlia del presidente, e realizzate da EA7. Perché nei ritiri precampionato di Dimaro e Castel di Sangro ogni giorno vi è stato il tutto esaurito presso lo store azzurro. È stato fatto un rapido e attendibile calcolo: il 95 per cento dei tifosi girava sulle montagne del Trentino e dell’Abruzzo indossando le maglie ufficiali, o altri capi. E i tifosi, in quelle settimane, sono stati 300mila: un record mondiale, nessun’altra squadra è così seguita durante la preparazione precampionato. Le maglie ufficiali sono disponibili a 140 euro, quelle “replica” a 55. La più venduta è per ora la bianca, dove vi sono i simboli di una squadra che quasi sembra un video, con immagini in continua evoluzione: la maschera di Pulcinella, l’immagine del Sacro Cuore per la grazia ricevuta, il monaciello, la testa d’aglio, il cornetto, San Gennaro, l’asso di bastoni, che è un segno di potere, quello che in campo calcistico il Napoli ha saputo affermare come società e squadra. Simboli di identità che sono amati dai napoletani e affascinano i turisti di tutto il mondo.
Il ruolo di Bianchini
La presenza del popolo azzurro alle partite è stata di una fedeltà assoluta, oltre le categorie e i piazzamenti in classifica, di serie A o di quelle inferiori frequentate nei primi tre anni della gestione De Laurentiis. La fidelizzazione commerciale dei tifosi – di quelli locali o di quelli stranieri che si innamorano a prima vista della città e della squadra, perché in nessun altro luogo vi è questa perfetta simbiosi come a Napoli – è invece cresciuta negli ultimi anni grazie alla spinta post-Covid che De Laurentiis ha voluto imprimere sotto l’aspetto del merchandising, mettendo a capo della struttura Tommaso Bianchini. Si sono così creati due modelli vincenti di benchmarking, uno calcistico e l’altro commerciale, che si è ispirato a due direttrici, non soltanto slogan per la campagne pubblicitarie: l’orgoglio di rappresentare Napoli e la missione da Napoli verso il mondo. Nella stagione 2021-2022 De Laurentiis ha avuto l’intuizione di autoprodurre le maglie e curare direttamente la distribuzione. In questo progetto di espansione sono stati coinvolti il manager Leonardo Giammarioli e Calicantus per lo sviluppo dell’E-commerce perché la nuova sfida è conquistare i mercati stranieri, dagli Usa alla Cina e all’Australia. Con gli affari commerciali ma anche con le Academy giovanili.
Il fatturato merchandising del Napoli
Il fatturato del merchandising è passato dai 5 milioni dei primi anni ai 30 attuali. E si punta ad arrivare a 60. Intanto, è clamoroso il boom della distribuzione delle maglie. Rispetto ai primi tre mesi della scorsa stagione ne è stato venduto il 50 per cento in più ed è molto probabile che verrà superato il tetto delle 200mila nel corso della stagione. Non è soltanto la maglia azzurra ad attirare il tifoso, napoletano o straniero che sia. Ci sono quelle bianche e color caffé ma anche le divise per gli allenamenti marchiate Coca Cola. È motivo di vanto per il Napoli che non vi siano “training kit” così diffusi in altri Paesi: il management di Coca Cola ha deciso di legarsi non a un club pluridecorato della Premier o della Liga, o al Psg campione d’Europa, ma a una squadra in crescita, da un punto di vista calcistico come da quello finanziario. De Laurentiis ha saputo mantenere la barra dritta nelle stagioni difficili e ha fatto i passi corretti, tenendo sempre abbondantemente il Napoli al di sotto della soglia di rischio, ovvero da quei paletti che condizionano fortemente da tempo il mercato di altri club. E così la società è arrivata a un fatturato di 360 milioni, di pari passo con i trionfi firmati da Spalletti e Conte.
Ricavi commerciali
E c’è la concreta prospettiva di superare il tetto dei 500-600 milioni. I ricavi commerciali sono aumentati in pochi anni da 47 a 100 e adesso c’è l’obiettivo di quota 100. Non conteranno soltanto i risultati degli azzurri, che tra otto giorni tornano nel circuito Champions affrontando il City a Manchester, ma anche gli sviluppi della vicenda stadio. Perché un impianto di proprietà, o comunque utilizzabile dal Calcio Napoli non soltanto per un giorno a settimana, quello della partita, rafforzerebbe in maniera significativa la posizione finanziaria del club, con un ulteriore introito di almeno 70 milioni. Si pensi a un dato: in questa stagione il Napoli ha potuto mettere in vendita 1200 abbonamenti “corporate” a fronte di 6000 richieste. Fonte: Il Mattino

