Ilzer, ex all. Hojlund: “Con Conte può diventare il nuovo Osimhen azzurro”

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A breve Rasmus Hojlund diventerà ufficialmente un nuovo calciatore del Napoli. Ieri ha svolto le visite mediche a Villa Stuart, e di lui ha parlato il suo ex allenatore, Christian Ilzer a Il Mattino.

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“Non è solo un suo ex allenatore. Christian Ilzer è stato l’uomo a cui Rasmus Hojlund deve tutto. O comunque gran parte di questo suo percorso. Fu Ilzer a chiamarlo quel pomeriggio a Copenaghen. «Lo vidi giocare e pensai che potesse essere ideale per noi. Allenavo lo Sturm Graz, fu coraggioso a lasciare la sua città per una avventura» racconta l’ex allenatore degli austriaci. Oggi Ilzer è in Germania, all’Hoffenheim, ma quei mesi insieme con il danese li ricorda bene. «Ebbe un impatto incredibile con noi. Infatti riuscimmo a trattenerlo solo 8 mesi: gli occhi dei top club d’Europa in ogni partita, il telefono del direttore sportivo squillava in continuazione. Lui non aveva mai segnato tra i professionisti. È arrivato qui e si è sbloccato. Bastava crederci. Il resto della storia lo conoscete tutti».

«Diverse volte lo abbiamo anche ripreso per qualche scelta. Ma andava aiutato. Era solo, alla prima esperienza lontano da casa sua» ricorda oggi l’allenatore. A Copenaghen nessuno credeva nelle potenzialità di Rasmus: a togliergli spazio c’era Jonas Wind, di quattro anni più grande di lui. Oggi è al Wolfsburg, ma nessuno a Napoli l’avrebbe desiderato quanto è stato l’ormai ex United. «Credo che Napoli sia la scelta giusta per lui. A Manchester non è stato facile, non lo è soprattutto se hai poco più di 20 anni come lui. Con Conte può diventare il nuovo Osimhen azzurro». E non si preoccupi l’allenatore del Napoli: Hojlund è uno di quelli che gli piacerà in allenamento. «Fisicamente è fortissimo, ma anche mentalmente lo è: Rasmus è il miglior calciatore che io abbia mai allenato fin qui. E poi è una vera spugna, assorbe tutte le cose che gli vengono dette in allenamento o anche durante le partite. Credo che con Conte si capiranno molto in fretta». Allora perché allo United l’amore non è durato? «Quella è una storia diversa – spiega Ilzer – Manchester è certamente una città speciale con una squadra fortissima, ma a quanto pare non è facile per nessuno fare bene lì in questo momento».
Anche se tra loro passano appena tre anni di distanza, è impossibile per un attaccante come Hojlund non guardare a Haaland. Il punto di riferimento per chi fa il suo mestiere: «Dopo la doppietta all’esordio con noi, nell’esultanza e in zona mista poi dice di assomigliare ad Erling Haaland» racconta ancora Ilzer. Non solo assonanza nel cognome, ma pure in campo? «Se non lo conosci, fuori dal campo, può sembrare un tipo spavaldo, ma è solo un ragazzo molto sicuro dei suoi mezzi» chiarisce il suo ex allenatore.
Ancora oggi non manca l’occasione per sentirsi, aggiornarsi sul percorso e sugli obiettivi. Si sentono soprattutto dopo i gol. Che non sempre meritano solo applausi. Come dopo quel gol al Rapid Vienna che lo vide festeggiare sotto i tifosi avversari, con conseguente rissa: «Fu un episodio delicato, cercammo di fargli capire l’errore e ammise le sue colpe». Insomma, un percorso in salita per Hojlund, che però ha messo da parte le esuberanze da giovane punta dei desideri. «Pochi social, molto riposo lontano dal campo. Sono queste le sue armi». Le stesse che dalla prossima settimana dovrà sfruttare anche Conte.
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