Attenti a quei due: Conte vuole raggiungere Allegri negli scudetti in serie A

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Due uomini al potere. Tutti gli altri a rincorrere. Lo dice la storia del campionato di serie A che negli ultimi 15 anni ha avuto sostanzialmente solo due padroni: Antonio Conte e Massimiliano Allegri. Dei 15 scudetti in palio ne hanno vinti 11 (5 il leccese, 6 il livornese). Un’enormità, una vera e propria egemonia anche perché caratterizzata dal cambio di panchina.

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Antonio Conte è stato in grado di vincere 5 titoli con tre squadre diverse. I primi tre, uno dopo l’altro, alla guida della Juventus. Erano gli anni della rifondazione. Quelli dopo la retrocessione in serie B per Calciopoli e la graduale rinascita di un club destinato poi a dominare di fatto per un decennio tra il 2011 e il 2020. Da calciatore ad allenatore, da bandiera in campo a leader in panchina. Dopo la Juve ci sono state la Nazionale, il Chelsea (con il quale intanto ha vinto anche una Premier League) per poi rientrare in Italia dove ha aggiunto altri due scudetti con Inter e Napoli.

È riuscito, come si legge tra le pagine de Il Mattino, in una impresa della quale lo credevano capace in pochi. Perché la squadra veniva dall’annata da incubo post terzo scudetto: il decimo posto, i mugugni, la partenza a fine estate di Osimhen e quella a inizio gennaio di Kvara. Anche senza stelle ha illuminato il cielo di Napoli. In serie A manca un “back to back” addirittura dal 2018-19. A riuscirci: Massimilano Allegri alla guida della Juventus, che chiuse la sua avventura in bianconero portando a casa la bellezza di 5 scudetti uno dopo l’altro.

 

 

E Max? È stato il primo a mettere la bandierina tricolore in questo quindicennio di dominio incontrastato vincendo il suo primo scudetto alla guida del Milan nella stagione 2010/11. È l’uomo che ha riportato il titolo sull’altra sponda di Milano, dopo il Triplete di Josè Mourinho che aveva fatto sognare gli interisti. D’altra parte Allegri è un allenatore pratico, che come Conte ha fatto la gavetta(Aglianese, Spal, Grosseto, Lecco, Sassuolo e Cagliari).

Non è partito direttamente da una big, ma è cresciuto per step e il suo periodo di apprendistato si è concluso proprio con l’arrivo al Milan, un trampolino di lancio con vista sulla Juventus, dove poi è approdato nel 2014 andando a raccogliere proprio l’eredità lasciata da Antonio Conte. Cinque scudetti di fila, uno dopo l’altro.

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