Castellini, l’ex Napoli: «Se non vincevamo non uscivo fino al martedì per rispetto dei tifosi». Poi un retroscena su Maradona
«Maradona e quella volta che lo accompagnai a comprare una barca sul lago di Como»
Sono due i precedenti tra Napoli e Olympiakos e sono stati giocati in Coppa Uefa nella stagione 1979-’80. Gli azzurri eliminarono i greci al termine delle due gare. All’andata giocata il 19 settembre al «San Paolo» i partenopei vinsero per 2-0 grazie alle reti di Oscar Damiani su rigore al 27′ del primo tempo e al 90′ con goal di Agostinelli. Nel ritorno la formazione guidata da Luis Vinicio perse, poi, per 1-0.
Nella gara d’andata un super Luciano Castellini parò di tutto dopo il vantaggio azzurro. «Ricordo vagamente della gara d’andata contro l’Olympiakos che vincemmo – esordisce il Giaguaro -. Mi ricordo di più quella di ritorno perché ci dovemmo allenare nell’hotel. In campo la gara aveva poco da vedere con il calcio. A quei tempi non erano così importanti come adesso le coppe internazionali. Davano forse fastidio al campionato. Ricordo che in generale le squadre non ci tenessero particolarmente alle coppe europee. Noi eravamo una buonissima squadra. A Napoli sono arrivato che avevo già una certa esperienza, non mi sono imposto. Mi piaceva giocare con la maglia azzurra e soprattutto nell’allora San Paolo perché mi saliva l’adrenalina»
La barca acquistata da Maradona. «Le racconto un aneddoto, Maradona venne ad acquistare un motoscafo offshore di dodici metri molto bello da me sul lago di Como. Tutto è accaduto perché lui stava leggendo una rivista dove c’era la pubblicità di queste barche. Io gli dissi che quello che le costruiva era un mio amico. Così me lo fece chiamare, poi, il lunedì da Napoli arrivammo a Como e lui l’acquistò. La portò a Napoli per diversi anni. Non so se c’è ancora questa barca in giro ma sarebbe simpaticissimo rivederla»
Se non vincevamo non uscivo fino a martedì. «Io a Napoli sono stato un professionista con il cuore, quando si perdeva o pareggiava io non uscivo almeno fino al martedì per rispetto nei confronti della gente. Abitavo a Posillipo»
Il ritiro di Castel del Piano del 1984, una bolgia. «Il primo giorno del ritiro di Castel del Piano del 1984? Me lo ricordo bene. Eravamo in prigione. Arrivò Diego e meno male che c’era una cinta muraria dell’albergo. Fummo costretti a chiuderci dentro. Non si poteva uscire. C’erano migliaia di persone e bus che arrivavano da Napoli. Fu una tortura quel ritiro. Dovevamo correre e fare allenamento ma non si riusciva a fare nemmeno due passi. La gente entrava dappertutto per vedere da vicino Maradona».
Napoli nel cuore. «Ho vissuto degli anni bellissimi all’ombra del Vesuvio. Ho un grande ricordo e mia moglie ancora adesso è innamorata di Napoli. Penso di venire verso la fine di settembre».
Fonte: Il Mattino
