Piccolino, magrolino, esile ma non fragile e con due piedi sempre caldi al momento del bisogno. Con Lukaku ha fatto coppia fissa nella seconda parte dell’ultima stagione, contribuendo in maniera determinante allo sprint scudetto. Dopo l’addio di Kvara ha raccolto la non facile eredità del georgiano e si è messo al servizio di Big Rom andando a colmare le lacune tecniche del gigante belga. Romelu faceva le sponde e lui si infilava a tutta velocità. Mente fina e piede rapido, questa la ricetta di Raspadori, che adesso a Madrid potrà portare un bagaglio di esperienza fatto di attese e consapevolezze. Raspad’oro, Jackpot, RaspaGol: ogni occasione è stata quella buona per onorare il suo prezioso servizio alla causa azzurra. Alla fine degli anni ‘90 il cileno Ivan Zamorano sbarcò all’Inter e portò la matematica applicata al pallone. Non potendo prendere la maglia numero 9 (che era già di Ronaldo il Fenomeno) scelse la 1+8. Nel Napoli Raspadori è andato oltre, ma rispettando sempre le regole. Invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia: 81 (stavolta senza +): un “falso nove” di numero di fatto, ma che a Napoli è stato campione vero. Fonte: Il Mattino
