Starace si racconta: “Dal primo scudetto con Diego all’ultimo, il Napoli è la mia famiglia”

Ecco l'intervista rilasciata da Tommaso Starace a "Repubblica"

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L’edizione ha intervistato che nei giorni scorsi aveva annunciato di essere ormai  in pensione: Tommaso Starace, storico magazziniere della SSC Napoli, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna di Repubblica, in cui ha parlato della sua storia al Napoli, ora che ha annunciato la sua pensione.

Ecco le sue parole:

“Sono entrato prima come aiuto dello chef Maresca, ho passato dieci anni in cucina. Poi nel 1987 sono riuscito a coronare il mio vecchio sogno. Masturzo è andato in pensione e gli sono subentrato come capo magazziniere: era gennaio. Il 10 maggio ho vinto il mio primo scudetto”.

C’era Maradona.

“Diego è stato un genio. Con lui non avevamo paura di nessuno. Ci ha insegnato a vincere. Si fidava tanto di me. La domenica ero l’unico che poteva andare in camera sua alle 12.30 per prendere la borsa e caricarla sul pullman. Sono stato al suo fianco pure al Mondiale del 1990. Ricordo ancora la finale con la Germania all’Olimpico. Quella volta ho visto Diego piangere”.

Ha un legame speciale con Mertens, che le ha regalato la fama.

“Dries è una persona meravigliosa e un campione vero. Ci sentiamo sempre. Ho avuto buoni rapporti con tutti i calciatori. Poco fa, per dire, mi ha telefonato Crippa, sento De Napoli e i ragazzi della Primavera, hanno tutti ancora il mio numero. Ho sempre parlato con tutti prima dell’allenamento e loro hanno sempre saputo che potevano fidarsi di me, soprattutto i ragazzi”.

Il suo caffè con la moka è diventato un cult anche nel prepartita tv.

“Tutti lo hanno bevuto. Maurizio Sarri più degli altri: poi fumava una sigaretta e voleva subito un’altra tazzina. Per lo stesso motivo Spalletti stava più attento: lui è un ex fumatore e con il caffè temeva di riprendere il vizio. Mazzarri era un altro estimatore, ma ho avuto un bel rapporto con ogni allenatore. Tutti mi hanno insegnato qualcosa, da Bianchi a Conte, dal primo scudetto all’ultimo”.

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