Eric Roy, intervista de Il Mattino. In carriera ha fatto tutto: il calciatore innanzitutto, poi il commentatore in tv, il dirigente e l’allenatore. E nella sua seconda vita in panchina di soddisfazioni ha fatto il pieno. Per esempio quando ha portato il Brest – avversario di questa sera al Patini – in Champions League.
«Un anno fa affrontavamo il Napoli per misurare la nostra capacità internazionale. Perdemmo la gara ma facemmo il carico di autostima per una partita a lungo dominata». Soprattutto Eric Roy, allenatore dei francesi, ritroverà il collega Conte.
Un anno dopo: ci risiamo.
«Che ricordi bellissimi di quella gara. Stavolta ne approfitterò di più».
In che senso?
«Lo scorso anno fu bello incrociare Conte: mi avvicinò per omaggiarmi di una maglia e per farci i complimenti vista la qualificazione Champions. Fu un bel riconoscimento per tutti noi. Ma ci fu poco tempo per parlare, avrei voluto discutere di calcio con lui più a lungo e magari lo farò stasera».
Si aspettava un Napoli campione?
«Averne la certezza è sempre complicato, ma un anno fa ho visto un Napoli che era già squadra. Ed era merito di Conte, uno dei migliori al mondo. Sapevo che la sua mentalità alla fine avrebbe potuto fare la differenza».
Stasera ritroverete un Napoli con un De Bruyne in più.
«Che qualità, Kevin. E che colpo per il Napoli. Ma non è l’unico».
Ci dica.
«Lo scorso anno, in Champions League, abbiamo incrociato Lang con il Psv. Un giocatore fantastico, che fa la differenza. E a Napoli diventerà ancora più forte. Poi ho avuto la possibilità di visionare Lucca, anche da vicino. Un attaccante moderno che in azzurro esploderà con Conte».
La vostra stagione è stata brillante.
«In Champions abbiamo fatto un cammino storico. Peccato essere usciti contro il Psg».
Ha affrontato Kvaratskhelia, appena andato via da Napoli.
«Ha fatto la differenza, ma anche senza di lui il Psg avrebbe avuto la meglio: una squadra profonda, compatta, di talento».
Essere eliminati dai campioni d’Europa ha fatto meno male?
«No (ride) ma è ovvio che contro il Psg fanno fatica tutti. Nella partita singola puoi anche sperare, ma su più confronti fanno la differenza».
Quanto è difficile giocare campionato e Champions?
«Se hai calciatori abituati, non è troppo complicato. E questo Conte lo sa, perciò ha scelto giocatori di un certo tipo sul mercato».
Conte deve aspettarsi lo scherzetto?
«Daremo il massimo, siamo in ricostruzione dopo aver lasciato partire tanti calciatori. Ma sicuramente daremo il massimo, quest’anno vogliamo tornare in Europa».
Calciatore, dirigente, telecronista, allenatore: ha scelto cosa fare da grande?
«Giocare resta la cosa migliore, ma ora sogno allenando. Avrei voluto giocare in serie A, sono stato vicino alla Sampdoria e alla Fiorentina. Magari ci riuscirò da allenatore».
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