Il Napoli, dal ritorno in Serie A a oggi, si è consacrato come una delle più grandi realtà del calcio italiano. Una crescita che ha portato ottimi piazzamenti e, soprattutto, trofei.
La crescita del Napoli non è stata solo sul piano societario e delle ambizioni, ma anche – e soprattutto – sul piano fisico.
Eccezion fatta per il “Pocho” Lavezzi (173 cm), il Napoli di De Laurentiis ha sempre puntato su calciatori molto strutturati, come Cavani, Hamsik o Higuain.
Proprio dopo la cessione del “Pipita”, però, è avvenuta una vera e propria rivoluzione: con l’infortunio di Arek Milik, l’allora allenatore Maurizio Sarri si inventò Dries Mertens (169 cm) falso nueve. Il belga si adattò perfettamente a quel ruolo, formando insieme a Lorenzo Insigne (163 cm) e José Callejon (178 cm) il cosiddetto “Tridente dei Piccoletti”.
Quel trio, seppur non sia riuscito a conquistare trofei importanti (fatta eccezione per la Coppa Italia 2020), è entrato nel cuore dei tifosi e nella storia del Napoli per le emozioni regalate e per i numeri impressionanti: 352 gol e 263 assist in tre.
Con gli addii dei tre “piccoletti” (Insigne e Mertens nel 2022, Callejon nel 2020), a Napoli è iniziata una vera e propria rivoluzione, abbandonando un assetto di gioco basato sugli scambi stretti e ravvicinati in favore di un calcio più diretto e verticale, soprattutto con l’arrivo di Antonio Conte.
Il tecnico leccese ha portato con sé il suo pupillo Romelu Lukaku (191 cm), Scott McTominay (191 cm) e Alessandro Buongiorno (194 cm): tre pedine fondamentali nella conquista del quarto scudetto della storia del club.
A conferma dell’identità voluta da Conte, il Napoli ha proseguito su questa linea anche in fase di mercato, puntando su giocatori che alzano ulteriormente l’altezza media della squadra, come Sam Beukema (188 cm), ma soprattutto i due nuovi “giganti” Lorenzo Lucca (201 cm) e Vanja Milinkovic-Savic (202 cm).
Una trasformazione fisica e tattica che riflette la nuova identità del Napoli: meno palleggio, più impatto, fisicità e concretezza.
Se in passato i “piccoletti” hanno fatto sognare per tecnica e rapidità, oggi gli azzurri puntano sull’atletismo, sulla forza nei duelli e sull’efficacia in entrambe le fasi di gioco.
Con Conte in panchina e una squadra costruita per dominare anche fisicamente, il club partenopeo sembra pronto a scrivere una nuova pagina della sua storia, con l’obiettivo chiaro di restare ai vertici non solo d’Italia, ma anche d’Europa.
Un’evoluzione naturale per una squadra che vuole essere competitiva ad alti livelli, dove fisicità, struttura e mentalità contano tanto quanto la tecnica.
A cura di Guido Russo
