Mazzarri: “Io difensivista? Ma se Guardiola ha elogiato il mio sistema con il Napoli!”
I tre mesi sulla panchina del Napoli campione d’Italia: sono quelle le ultime gare di Walter Mazzarri da allenatore in Serie A.
Il classe 1961, però, come raccontato in una lunga intervista a Tuttosport, ha voglia di ripartire e di trovare una nuova avventura. Ecco come ha riassunto Gianluca di Marzio
Proprio su questo, infatti, dice: “Ho bisogno di un piano, di una causa da sposare: se accetto è perché sono convinto di poter raggiungere gli obiettivi del club. Altrimenti, meglio restare fermi. Ho capito che, se mi limito ad allenare e non do peso ai
dettagli, posso avere difficoltà”.
Mazzarri in azzurro era stato scelto a novembre al posto di Rudi Garcia e aveva lasciato poi la panchina a febbraio e gli era succeduto Calzona.
Le parole di Mazzarri
L’ex allenatore di Napoli e Inter ha parlato del suo 3-5-2: “Quella che ha usato l’Inter fino a qualche domenica fa, con i quinti che si buttano dentro, la faccio da anni. È il sistema che conosco meglio. Ma non ho problemi con altri schemi: i moduli li fanno i calciatori“.
Il classe 1961 ha poi continuato: “Quello che facevo con il mio Napoli, Inzaghi lo ha riproposto con l’Inter. Finché attacchi, difendi: è un principio in cui credo molto. L’ultima squadra che ho allenato dall’inizio alla fine, il Torino, ha sfiorato un miracolo. Anche col Napoli a Riad, quando abbiamo battuto la Fiorentina, non abbiamo praticamente subito un tiro in porta e abbiamo segnato tre gol. Con l’Inter abbiamo giocato in dieci, ma nel primo tempo meritavamo di vincere e abbiamo perso ingiustamente. Possiamo andare più indietro nel tempo. Alla Reggina giocavo col 3-4-3: un calcio offensivo con due esterni e tre attaccanti. Non è un caso se Bianchi e Amoruso segnarono quasi venti gol a testa. Eravamo una squadra che piaceva e veniva studiata. E parliamo di vent’anni fa“.
“Cliché? Una sciocchezza”: l’intervista di Mazzarri
Sui cliché che hanno accompagnato la sua carriera Mazzarri ha detto: “Credo sia un errore, una sciocchezza. Guardiola ha studiato il mio Napoli, ha elogiato il mio sistema. Nella stagione dei 63 punti con il Torino, eravamo primi per recuperi palla nella metà campo avversaria. Non abbiamo chiuso lontano dalla Champions. Attaccavamo sempre con almeno cinque uomini e anche contro difese schierate a quattro“.
