A “1 Football Club“, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Capozucca, ex direttore sportivo, fra le tante, di Genoa e Cagliari. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Osimhen ha rifiutato l’Arabia. In base alla sua esperienza, le è mai capitata una situazione in cui non è l’accordo tra le parti a essere il problema, ma le garanzie bancarie?
“È buona norma chiedere la fideiussione quando si vende all’estero, perché in Italia garantisce la FIGC. Non è che il presidente De Laurentiis abbia sbagliato a chiedere certe garanzie, anzi. Ha semplicemente fatto rispettare una regola. Nulla di strano, è una prassi corretta.”
Secondo lei ci sono ancora le condizioni affinché Osimhen possa trovare l’accordo per trasferirsi in Turchia?
“Mah, guarda, accontentarlo a livello economico è complicato. Anche se la Turchia è in Europa, non so quanto possa attrarlo. Se c’è qualcosa di veramente importante, magari qui in Italia, si può valutare. Ma è normale che anche il Napoli debba fare le sue valutazioni… magari non vuole rinforzare una diretta concorrente come la Juve o il Milan, per esempio. E questo è fuori discussione. Quindi, secondo me, è più probabile che il ragazzo vada all’estero piuttosto che restare in Italia, viste anche le strategie interne del Napoli. Secondo me è logico: a parità di condizioni, preferisco mandarlo in Turchia piuttosto che darlo alla Juve o al Milan.”
Non le sembrano un po’ eccessivi i prezzi che girano oggi in Italia? Penso, ad esempio, a Ndoye del Bologna, per il quale il club felsineo chiede ben 45 milioni di euro.
“L’ho detto anche altre volte: siamo agli inizi del mercato e, come sempre, all’inizio si fanno richieste anche fuori mercato. Poi bisogna vedere qual è il valore reale del giocatore quando si arriva alla trattativa concreta. A meno che non ci sia un club che impazzisce per un giocatore e fa una follia, è normale che le prime richieste siano sopra il valore effettivo. Per questo il mercato è ancora un po’ fermo: circolano cifre importanti, ma le operazioni vere sono poche. Anche per via dei paletti che hanno alcune squadre, come la Roma, che non sta facendo grandi movimenti. Le richieste sono tante, ma spesso non sostenibili.”
Direttore, da questo punto di vista, il Napoli è forse la squadra che ha la solidità economica per chiudere subito gli acquisti, magari anche prima del ritiro. Ma si nota anche un modus operandi ben preciso: il club dà una valutazione e non si scosta troppo, non entra nel gioco delle ipervalutazioni. È una strategia vincente?
“Secondo me sì. Il Napoli ha un presidente che, anche se viene spesso criticato, andrebbe preso a esempio per come si fa calcio. L’ha dimostrato: ha preso il Napoli dalle macerie, dopo il fallimento, e l’ha portato a livelli importanti. Quest’anno è rimasto Conte, che è una garanzia. E il presidente sta cercando di allestire una squadra forte, anche per l’Europa. Il Napoli ha ambizioni europee e segue una linea virtuosa, con un presidente che sa fare bene il suo mestiere, dunque sì: la strada tracciata da De Laurentiis è quella maestra.”
