C’è anche un poco di Napoli negli europei di Calcio Feminile
Nata a Pompei, si è trasferita in Liguria: «Mia madre e i miei fratelli erano contrari, ora sono i primi tifosi»
Si emoziona due volte. Quando parla del suo percorso e quando parla dello spogliatoio. Delle donne che lo vivono, di quello che sta vivendo. Elisabetta Oliviero è un pezzo di Napoli agli Europei femminili, una protagonista inattesa, una personalità trascinante. Lo capisci alla prima risposta: «Sono stata fortunata nella vita», una frase che risuona strana a pensare a tutta la strada che ha dovuto camminare per essere in Svizzera oggi con la maglia dell’Italia. Con il Belgio, alla prima del girone, il suo esordio nel torneo: «Non c’è stato bisogno di recuperare il telefono dal borsone, tutta la mia vita era allo stadio». Papà, mamma, fratelli. Tre più grandi di lei. Elisabetta in campo a stravolgere le regole, a confondere le idee: «Ci hanno provato in tutti i modi da bambina a distogliermi dal calcio, mia madre prima e i miei fratelli poi, ma niente da fare. Il richiamo era troppo forte». Da potenziale freno a grande acceleratore: «Sono con me sempre, nei momenti belli come questo come nelle difficoltà». Betta le compagne di Napoli la chiamavano così da una parte all’altra del campo è sempre stata coraggiosa: nata a Pompei, si è trasferita in Liguria con il resto della famiglia per lavoro.
La prima occasione al Sassuolo. Poi scende di categoria per rilanciarsi con addosso la maglia del Napoli: «Ho fatto sette salvezze nella mia carriera. Mi è servito tutto». Questa è la sua fortuna. La stagione 2019-20 per tornare in Serie A, in quella successiva una salvezza indimenticabile a due passi da casa Oliviero. Era tutto scritto.
Oggi il sogno fa rima con l’Europeo. Il Ct Soncin crede in lei: «Come in tutte noi. Qui c’è un gruppo incredibile, anche le ragazze più esperte, quelle più forti, si mettono a disposizione di chi come me è più giovane». La vittoria all’esordio contro il Belgio per sperare, il pareggio contro il Portogallo per tornare con i piedi per terra. «Un po’ di delusione c’era. Ma vogliamo la qualificazione». Basterebbe un pareggio per passare al turno successivo, ma se fate calcoli allora non avete chiaro il personaggio Oliviero: «Affrontiamo la Spagna. Che è forte, ma ha anche punti deboli. Li studieremo e proveremo a sfruttarli. Non scambierei nessuna delle mie compagne con una delle avversarie» taglia corto. La chiave della sfida di domani? «Difenderci bene. Perché tanto lì davanti un gol lo possiamo fare sempre, abbiamo calciatrici forti» spiega sicura. Al netto di quello che accadrà domani sera (diretta Rai 2 dalle 21), la certezza è l’affetto crescente. La gara con il Portogallo è stata seguita in tv da oltre un milione e mezzo di spettatori con punte del 10,2% di share. Betta, che il calcio femminile lo ha vissuto in tutto il Paese dopo Sassuolo e Napoli, anche Empoli, Sampdoria, poi la Lazio oggi sa cosa significa: «Viviamo un momento storico, di passaggio. Sentiamo chiaro tutto l’affetto, sia qui allo stadio che da casa. E ci dà energia». Mentre la nazionale dei colleghi arranca, quella femminile può essere da esempio? «Ne siamo felici. Le mie colleghe sono certamente da esempio qui per me. Vedere l’emozione di Girelli dopo il gol segnato ti insegna. Siamo un gruppo col cuore». E con un sogno chiaro. Fonte: Il Mattino
