Processo Maradona, scelti nuovi giudici: dubbi sull’estrazione e accuse di manipolazione
Il caso torna al tribunale di San Isidro dopo la sospensione: scelti Gaig, Lago e Ortolani. Dubbi e accuse di manipolazione dopo l’anticipazione in TV. Il nuovo processo potrebbe iniziare solo nel 2026.
Palline nell’urna, via all’estrazione. Sono stati così decisi i giudici del tribunale di San Isidro a cui affidare nuovamente il processo per la morte di Diego Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020, dopo la sospensione decisa a fine maggio a causa dell’esclusione del giudice della Terza sezione penale, Julieta Makintach, che aveva fatto riprendere di nascosto le udienze del processo da una troupe televisiva incaricata di realizzare un documentario. E’ stata estratta la Settima sezione del tribunale e poi sono stati nominati i giudici Alberto Gaig, Alejandro Lago e Alberto Ortolani. Ma è esplosa una polemica televisiva, perché il processo per la morte del Diez è stato soprattutto mediatico: in un programma televisivo sono state riproposte le dichiarazioni dell’avvocato Miguel Angel Pierri, legale dell’infermiere Mariano Perroni (uno dei sette indagati per la morte di Maradona), quelle in cui anticipava che il processo sarebbe passato ai giudici della Settima sezione del tribunale di San Isidro. Come faceva a saperlo? C’è stata una manipolazione? E’ il dubbio che agita i commentatori argentini sul processo che vede indagati sette tra medici e infermieri, accusati di omicidio con dolo eventuale, un reato punibile con una pena da 8 a 25 anni.
Ci sono, peraltro, alcuni avvocati che intendono opporsi al processo-bis appellandosi al codice di giustizia che prevede che un indagato non possa essere processato da giudici differenti da quelli nominati.
Secondo gli esperti di diritto, questo varrebbe però soltanto in caso di sentenza. Lunedì 23 giugno gli atti del processo dovrebbero essere trasferiti dalla Terza alla Settima sezione penale del tribunale di San Isidro ma si prevedono tempi molto lunghi per l’inizio del nuovo processo, addirittura all’inizio del 2026.
Fonte: Il Mattino