È difficile spiegare cosa significhi, per un tifoso, vivere i giorni che precedono il ritiro di Dimaro. C’è l’aria di montagna, certo. Ma soprattutto c’è l’aria nuova che si respira intorno a questo Napoli, che si appresta a iniziare una stagione con uno spirito completamente diverso: competitivo, determinato e soprattutto consapevole.
Non parliamo di promesse, ma di sensazioni. E quelle che circolano attorno alla squadra sono tra le più confortanti degli ultimi anni. Il mercato è stato costruito con intelligenza, senza fretta ma con estrema lucidità: una rosa che, al momento, è già completa per oltre il 70% e che lascia intuire le ambizioni di un club che vuole restare stabilmente tra le grandi.
Il ritiro a Dimaro non sarà solo una fase di preparazione atletica. Sarà il primo banco di prova per vedere all’opera volti nuovi e ritrovati, legati da un unico filo conduttore: la voglia di riportare in alto questi colori. Da Kevin De Bruyne, arrivato con lo sguardo e l’esperienza di chi vuole ancora dire qualcosa nel calcio che conta, fino ai giovani come Marianucci e Hasa, simboli di un progetto che guarda avanti, ma con radici ben piantate nella realtà.
L’arrivo puntuale di quasi tutti i nuovi acquisti è un segnale forte. Si vuole dare all’allenatore la possibilità di lavorare con serenità, costruire legami, automatismi, senso di squadra. E soprattutto, si vuole arrivare pronti. Pronti non solo fisicamente, ma mentalmente. Perché le stagioni non si vincono solo con i gol, ma con l’identità.
A Dimaro, in quei pomeriggi tra partitelle e autografi, nascerà qualcosa. Non sappiamo ancora cosa. Ma c’è fiducia. C’è attesa. E c’è un entusiasmo che, forse, non si vedeva da tempo. Il Napoli che si prepara al ritiro 2026 è una squadra costruita con criterio e passione. E se il buongiorno si vede dal mercato… possiamo aspettarci un anno davvero speciale.
A cura di Giovanni Mirengo


