“Italia, l’esonero di Spalletti gestito molto male: Gravina doveva essere con lui in conferenza!”

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Angelo Pagotto, allenatore ed ex portiere di Napoli e Milan, ha commentato ai microfoni di 1 Football Club il difficile momento dell’Italia, reduce dalla vittoria sulla Moldavia dopo l’esonero di Luciano Spalletti ed alla ricerca del suo successore, oltre che della Serie A.

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È giusto l’esonero di Luciano Spalletti?
“È una cosa un po’ strana, così su due piedi. Secondo me, dopo il 3 a 0 contro la Norvegia, a livello pubblico non era più sostenibile il progetto di Spalletti. Ma la cosa che mi ha fatto davvero arrabbiare e sconsolare è stata la maniera in cui è stato messo da parte dal presidente federale. Doveva essere al suo fianco e spiegare lui le motivazioni dell’esonero, invece di lasciare che fosse Spalletti a raccontare come stavano le cose. Questa è una di quelle situazioni in cui si palesa tutta la mancanza di chiarezza del calcio italiano.”
Perché c’è così poca chiarezza nel nostro calcio?
“Purtroppo il discorso è che siamo gestiti da politici. E i politici, lo sappiamo benissimo, sono poco chiari. Non sono uomini diretti. Non mi riferisco ora al nostro presidente federale in particolare, ma al contesto della politica calcistica in generale: devono stare con due piedi in una scarpa, come si dice. Si tende a essere molto poco trasparenti. E invece il calcio, secondo me, dovrebbe essere l’essenza della chiarezza.”
La riporto invece ai temi della Serie A e le chiedo: visto che c’è questa litania secondo cui l’Inter avrebbe “perso” lo scudetto più che il Napoli averlo “vinto”, lei dove si colloca in questa lettura?
“No, non è così. I punti sono in palio per tutti. Chi vince lo scudetto è chi ha più punti alla fine dell’ultima giornata. Sarebbe troppo facile dire che l’Inter l’abbia perso. I punti erano a disposizione di tutti e chi ne ha fatti di più ha vinto. Il Napoli lo ha vinto giustamente, perché ha fatto più punti dell’Inter. Punto.”

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