HAMSIK ai microfoni della Gazzetta: “Nessun rimpianto, sono stato un uomo felice”

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Sotto la cresta, batte un cuore: e quel fanciullo, gli occhialini da intellettuale e un cervello (non solo calcistico) grosso così che arrivò a Castel Volturno nel 2007, in quella sua apparente freddezza nasconderà se stesso, le emozioni che lo stordiscono già ora, il fiume dei ricordi che scivola lieve. Il 5 luglio Marek Hamsik uscirà ufficialmente di scena, lo farà a Bratislava, in una partita che vorrà essere una festa. Finisce un Hamsik, il giocatore più forte persino della scaramanzia che è andato in giro con la 17, e ricomincia Hamsik, un allenatore che poi deciderà cosa fare da grande. Le sue dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:

Factory della Comunicazione

Napoli's midfielder Marek Hamsik jubilates after scoring the goal 2-1 during Italian Serie A soccer match between SSC Napoli and Torino FC at the San Paolo stadium in Naples, 6 May 2018. ANSA / CESARE ABBATE
Nato in Slovacchia nel 1987, sbarca in Italia nel 2004 al Brescia, che, nel 2007, lo cede al Napoli. Giocherà qui fino al 2019.

Sarà un revival in campo a Bratislava e diretta tv in Italia con Calcionapoli24, perché nel suo universo c’è l’azzurro che domina.

È sotto giuramento, Hamsik: la verità!

“Non conosco la bugia, semmai ometto. Andiamo“.

La voleva il Milan e disse no.

“Confermo, fui cercato dal Milan”.

Si fece avanti anche l’Inter e lei niente.

“Non posso smentire. Ci sarebbe stata la possibilità seria di passare all’Inter”.

E poi la Juventus, che fece di tutto per averla.

“Non negherò che anche questa fu un’idea di quello che chiamate mercato. La Juve ci provò“.

Al Milan e alla Juventus, nel momento dei contatti, allenava un signore: Massimiliano Allegri.

“Grandissimo tecnico, che mi inseguiva con ostinazione e del quale ho enorme stima”.

Napoli's President Aurelio De Laurentiis (R) with midfielder Marek Hamsik celebrate with the Italy Cup trophy prior the Italian Serie A soccer match SSC Napoli vs Cagliari Calcio at San Paolo stadium in Naples, Italy, 06 May 2014. ANSA/CESARE ABBATE

Ora Allegri potrebbe arrivare a Napoli, se Conte decidesse di lasciare.

“È un vincente nato, lo racconta anche la sua carriera. Sarebbe la persona giusta”.

McTominay come Hamisk al 1° anno: 12 gol.

“Mi piace un sacco ma siamo diversi. Lui segna anche di testa, che a me riusciva poco”.

La sua 17 a chi la diamo: a McT o a De Bruyne?

“Intanto bisogna vedere se Olivera gliela lascia… Io amo i centrocampisti che vanno in porta e anche quelli che creano assist, adoro Pedri. Qualcuno mi ha avvicinato a De Bruyne ma io sto tre gradini sotto di lui”.

De Bruyne sta per sbarcare a Napoli.

“Sarebbe un colpo eccezionale. Porterebbe il suo straordinario talento, la sua esperienza. Strepitoso. Un fuoriclasse”.

Ricorda tutto…

“La presentazione, il Pocho con un vestito da persona seria, i capelli lunghi. Io che ero un bambino. Poi lui è diventato un simbolo”.

Napoli's Marek Hamsik of Slovakia celebrates after scoring during the Italian Serie A top League soccer match beetween AS Roma and Napoli, at Rome's Olympic Stadium, Saturday Oct. 20, 2007. (AP Photo/ Alessandra Tarantino)

Beh, lei di più: 520 presenze.

Sono fiero di quello che sono riuscito a ottenere. I primi a vincere la Coppa Italia dopo Maradona”.

Avrebbe voluto uno scudetto.

“Ci siamo andati vicino e non è arrivato. Ha deciso per noi il destino”.

Quello del 2018 l’ha mai sentito scippato?

“Non ho rimpianti, è andata così, io mi sono goduto da tifoso questi due titoli con il Napoli. Venerdì sera ero a casa mia, con i miei figli. Prima che cominciasse la partita con il Cagliari ho messo sui social una foto della sciarpa azzurra. Poi quando Scott ha segnato ho avvertito i brividi: gran gol, gli vanno fatti i complimenti. A lui, ai compagni, a Conte, a tutti”.

E a De Laurentiis, che per lei ha sempre avuto un debole?

“Ci mancherebbe. L’ho visto un anno fa, mi ha detto che le porte del Napoli per me sono sempre aperte e mi ha fatto piacere. È un grande”.

La possiamo chiamare mister?

“Ho fatto il supercorso, ho studiato e voglio imparare, sto facendo questa esperienza in nazionale, con Ciccio Calzona. Mi ha preso la passione”.

La sua è stata una scelta di vita, senza retorica, però standosene a Castel Volturno.

Avevo solo il calcio in testa. E la mia famiglia. Volevo stare qua, ci sono rimasto quasi sino alla fine. E poi volevo stare vicino al campo. Mi è piaciuta la gente”.

Hamsik-Cavani-Lavezzi: cosa siete stati?

“Siamo stati uno dei tridenti più amati della gente. Uomini che nel loro piccolo hanno contribuito a scrivere qualche capitolo della storia del Napoli. Ne siamo orgogliosi. Abbiamo avvertito l’amore della gente”.

Un tempo con la Slovacchia e uno con la formazione internazionale.

“Ci sono venti anni di calcio. Non voglio dimenticare nessuno. Li avrei voluti tutti, pure quelli del Brescia. Avrò Paolo Cannavaro, il mio capitano e Reina, Montervino e il Pocho Lavezzi e Dries, ah scusate Ciro, Albiol e mio cognato Gargano. Poi Skrtel, Lobotka, Skriniar e tanti altri”.

SSC Napoli forward Marek Hamsik (C) celebrates with his teammates Ezequiel Lavezzi (R) and Walter Gargano (L) after scoring during their football Serie A Match SSC Napoli vs FC Juventus in San Paolo Stadium in Naples on March 25 2010. AFP Photo/Carlo Hermann

Ha sempre detto: il gol più bello al Milan, settanta metri di corsa, finte e controfinte.

“Ci aggiunga quello alla Juventus nella finale di Coppa Italia a Roma”.

La fedeltà è un sentimento.

“Dodici anni qua lo testimoniano ma non discuto le decisioni di chi invece va via. Il calcio è questo. Sono stato un uomo felice, il bambino che realizza i suoi sogni e se li tatua sulla pelle, come ho fatto”.

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