La scelta di lasciare il City non è stata sua ma del club. E la voglia del belga di poter ancora lasciare il segno nel calcio che conta potrebbe fare il resto…
“Conosco solo un giocatore che vede il gioco meglio di Kevin De Bruyne: Leo Messi”. Quest’ultima carezza di Pep Guardiola al giocatore che più di tutti lo ha aiutato a costruire la sua leggenda al Manchester City racconta bene che tipo di fenomeno il Napoli spera di regalarsi per lo scudetto. Sì, De Bruyne a fine giugno compirà 34 anni. Sì, le sue stagioni migliori sono probabilmente alle spalle. Se sano, però, il belga è ancora in grado di fare la differenza, di essere determinante, di cambiare una partita con un passaggio, con un’idea, con quella visione di gioco che nel calcio ha pochissimi eguali.

Se De Bruyne sceglierà il Napoli, andrà trattato come il servizio migliore che si tira fuori per le serate di gala, magari quelle speciali notti di Champions che il Maradona è pronto a riabbracciare. Non è l’uomo a cui chiedere di fare sempre la differenza in ogni singola partita, ma nonostante età e acciacchi resta un fenomeno che ha nei piedi e nella testa la possibilità di cambiare una stagione. E di far salire di livello una squadra con la sua sola presenza.
Visione di gioco

De Bruyne lascerà la Premier da secondo miglior assistman di tutti i tempi, 117 passaggi vincenti in 287 partite. Meno solo di Ryan Giggs, la leggenda del Manchester United che ha chiuso con 163 ma in 632 partite. L’addio al City arriva per decisione della società, convinta che non si possa aprire un nuovo ciclo vincente con un giocatore di 34 anni. Nessuno però a Manchester mette in dubbio le qualità di De Bruyne, la sua visione di gioco o la sua capacità di essere ancora decisivo: nonostante le lacrime di Guardiola nella partita di addio del belga all’Etihad di martedì scorso, il City ha deciso di lasciarlo andare per limiti anagrafici e perché sarebbe complicato pensare per lui ad un ruolo part-time, visto il suo status di leggenda.
De Bruyne ha dimostrato, soprattutto negli ultimi mesi, di avere ancora tanto da dare. Il suo nemico principale nelle ultime due stagioni sono state gli infortuni, una sequenza cominciata col ko nella finale di Champions 2023 contro l’Inter e proseguita con un altro infortunio contro i nerazzurri in coppa, all’inizio di questa stagione. De Bruyne ha giocato a lungo, in una squadra con l’organico ridotta all’osso dai guai fisici e bisognosa di spremere chiunque potesse stare in piedi, con un problema alla schiena di cui si è liberato veramente solo nell’ultimo mese e mezzo. Il progresso è stato evidente: il belga non è più il fenomeno dell’anno del triplete, ma quella sua visione di gioco che per Guardiola è inferiore solo a Messi non l’ha abbandonato. Quando è sano, è la lampadina delle idee sempre accesa: magari non sarà più capace di convertire in magia tutto quello che pensa, come fino a due anni fa, ma ha talmente tante idee geniali che può fare la differenza anche trasformandone in realtà una a partita.
La scelta di vita

Se De Bruyne sceglierà il Napoli sarà perché ha ancora voglia di dimostrare di poter essere protagonista in Europa, nel calcio al massimo livello. Chicago e la Mls gli offrono più soldi, una vita più tranquilla in una città dove il belga non sarebbe la superstar dello sport locale, come a Napoli, ma il giocatore più in vista della squadra meno in vista dello sport meno seguito. I suoi tre figli sono nati e cresciuti a Manchester, dove nonostante tutti i trionfi del City hanno avuto una vita tranquilla. Da quel punto di vista, Chicago batte Napoli, dove i riflettori su una leggenda come De Bruyne e sulla sua famiglia sarebbero sempre accesi. Napoli però offre qualcosa che Chicago non ha: la passione, le notti di Champions, la possibilità di entrare nella storia di una città passionale che vive per la sua squadra.

Nell’ultima gara casalinga col City, contro il Bournemouth. Lapresse
Calcisticamente, De Bruyne ha voglia proprio di questo: il fatto che lasciare il City non sia stata una decisione sua ma del club per Kevin è una ferita aperta, una che può guarire dimostrando di poter essere protagonista solamente al massimo livello, facendo la differenza in Champions e in un campionato come la Serie A che non sarà la Premier, il torneo più bello del mondo, ma che ha storia, fascino e sta ritrovando con l’incertezza degli ultimi anni la reputazione internazionale che aveva perduto. Se De Bruyne dice sì, il Napoli non prende un fuoriclasse venuto ad aspettare la pensione ma una leggenda con ancora tanta voglia di fare la differenza. Un servizio buono da tirare fuori nelle occasioni di gala, in quelle che contano davvero, ma sempre in grado di lasciare tutti a bocca aperta. Perché, nonostante l’età, in giro come lui ce ne sono ancora pochissimi. Fonte Gazzetta
