Parma-Napoli, dalla retrocessione del ’98 al capitolo odierno

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In questi 37 anni, dall’11 aprile 1998 al 18 maggio 2025, c’è la storia del Napoli. C’è l’angoscia del post Maradona, quella crisi così profonda da far scivolare prima la squadra in serie B dopo ben 33 anni e poi tale da causare il fallimento del club fondato nel 1926, l’unico ad aver vinto al Sud.

Quel pomeriggio del ‘98, Sabato Santo sotto il diluvio, – come scrive Il Mattino –  il Napoli perse per 3-1 a Parma retrocedendo aritmeticamente  in serie B.

 

Trentasette anni dopo, e a 24 mesi dal terzo scudetto, il Napoli potrebbe conquistare il suo quarto tricolore se vincesse e se un ex azzurro, Marco Baroni, piazzasse con la Lazio il colpo in casa dell’Inter. In quel di Castel Volturno non ci si concentra sui calcoli, ma questo può accadere. Proprio a Parma e avrebbe un particolare significato.
Antonio Ghirelli, sul Mattino del 12 aprile del ‘98, per dare una definizione di quel campionato scrisse una parola in dialetto napoletano: «Sperpetuo». Ma già immaginava che quella stagione di sconfitte e umiliazioni, potesse «cedere il posto alla speranza di un futuro migliore».

 

Questo sarebbe accaduto a distanza di tempo, quando si concretizzò il progetto di De Laurentiis, a cui non interessava rendersi simpatico ma piuttosto costruire un solido progetto affinché il Napoli tornasse sulla ribalta, prima nazionale e poi europea.Ha “creato” un tecnico come Sarri e un dirigente come Giuntoli, ha portato qui allenatori di statura internazionale come BenitezAncelottiSpalletti e Conte.
A Parma (o al Maradona pochi giorni dopo) si può scrivere un altro capitolo della storia azzurra insieme a Conte, che quando è arrivato all’ombra del Vesuvio, ha lanciato lo slogan “Amma fatica”.

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