Ha condiviso per 10 anni lo spogliatoio della Juve con Conte Michelangelo Rampulla. Ricorda quel “5 maggio” e vede tante analogie con il Napoli guidato dall’ex compagno di mille battaglie.
Quella fu una vittoria della vecchia signora, in rimonta, guarda caso proprio sull’Inter all’ultima giornata il 5 maggio del 2002. Intervista de Il Mattino:
Meno 4 al termine, più tre sull’Inter: percentuale scudetto del Napoli?
«Premesso che ogni partita va sempre giocata, ma adesso la percentuale è abbastanza alta. Il calendario è nettamente favorevole agli azzurri. Il Napoli ha buone possibilità di vincere il titolo».
Lecce ultimo ostacolo temibile?
«Quando giochi contro squadre che devono salvarsi devi avere le antenne ben dritte, perché chi gioca per la sopravvivenza darà il massimo per qualche punto. Mai abbassare la guardia, ma con Antonio non esiste questo pericolo».
«Quando giochi contro squadre che devono salvarsi devi avere le antenne ben dritte, perché chi gioca per la sopravvivenza darà il massimo per qualche punto. Mai abbassare la guardia, ma con Antonio non esiste questo pericolo».
Più bravo Conte ed il suo Napoli o troppe cadute dell’Inter?«È stato bravo il Napoli ed è stato bravissimo Antonio a ricompattare giocatori che l’anno scorso avevano avuto qualche defaillance, ma che sono di assoluta qualità. E si vede. E poi quando si vince al fotofinish devi sfruttare eventuali errori dell’avversario. Il Napoli ha avuto il merito di essere sempre attaccato all’Inter».
Si aspettava quelle stoccate prima della partita di Monza da parte del tecnico del Napoli?
«Conosco Antonio… Tanti allenatori che abbiamo avuto pungolano i giocatori e l’ambiente con critiche e stoccate. Credo che Conte parli a ragion veduta: crea una bolla intorno ai giocatori per fargli dare sempre qualcosa in più. È una strategia per isolare la squadra e metterla in condizione di lottare ancora di più contro qualcuno. Anche un nemico immaginario, l’importante è l’integrità della squadra».
«Conosco Antonio… Tanti allenatori che abbiamo avuto pungolano i giocatori e l’ambiente con critiche e stoccate. Credo che Conte parli a ragion veduta: crea una bolla intorno ai giocatori per fargli dare sempre qualcosa in più. È una strategia per isolare la squadra e metterla in condizione di lottare ancora di più contro qualcuno. Anche un nemico immaginario, l’importante è l’integrità della squadra».
Avete vinto tanto insieme: c’è qualche analogia con il passato analizzando questo testa a testa tra Napoli ed Inter?
«Probabilmente lo scudetto del 5 maggio del 2002. Noi eravamo dietro l’Inter e ricordo che Lippi, a 5 dalla fine, ci disse che non dipendeva più da noi, ma noi dovevamo fare solo una cosa: vincerle tutte “e poi vediamo cosa fanno gli altri” disse».
«Probabilmente lo scudetto del 5 maggio del 2002. Noi eravamo dietro l’Inter e ricordo che Lippi, a 5 dalla fine, ci disse che non dipendeva più da noi, ma noi dovevamo fare solo una cosa: vincerle tutte “e poi vediamo cosa fanno gli altri” disse».
L’Inter si suicidò all’Olimpico con la Lazio e voi espugnaste Udine, perfezionando il sorpasso all’ultima giornata…
«Credo che Antonio abbia detto qualcosa di simile alla squadra qualche settimana fa. Sono certo che avrà caricato lo spogliatoio come fece Lippi con noi. Questi due campionati si somigliano molto».
«Credo che Antonio abbia detto qualcosa di simile alla squadra qualche settimana fa. Sono certo che avrà caricato lo spogliatoio come fece Lippi con noi. Questi due campionati si somigliano molto».
Un giudizio sulla stagione di Meret?«È uno dei migliori portieri italiani ed oggi dico anche di quelli stranieri. È un giocatore di assoluto valore e poi, come diceva Zoff, un portiere deve parare quello che si può parare: e lui para, dà sicurezza alla squadra».
Si può aprire un ciclo con Conte a Napoli?
«Lo auguro al Napoli ed ai tifosi napoletani. A me piace vedere il bel calcio e con Antonio si vede, si percepisce la passione che ci mette. Da uomo di sport vedere l’entusiasmo che c’è a Napoli anche da avversario è qualcosa di eccezionale».
«Lo auguro al Napoli ed ai tifosi napoletani. A me piace vedere il bel calcio e con Antonio si vede, si percepisce la passione che ci mette. Da uomo di sport vedere l’entusiasmo che c’è a Napoli anche da avversario è qualcosa di eccezionale».
Da quanto non sente Conte?
«Ci sentiamo spesso».
«Ci sentiamo spesso».
Ha mai pensato di entrare nel suo staff?
«Tanto tempo fa (ride) ne avevamo parlato dopo l’Atalanta e prima che andasse al Siena, ma non gli consentirono di portare lo staff che avrebbe voluto e lui fu costretto a farsi affiancare solo da un collaboratore».
«Tanto tempo fa (ride) ne avevamo parlato dopo l’Atalanta e prima che andasse al Siena, ma non gli consentirono di portare lo staff che avrebbe voluto e lui fu costretto a farsi affiancare solo da un collaboratore».
Mai dire mai?
«Magari».
«Magari».
