Il giro d’Italia in 91 giorni: dall’ultima vittoria in trasferta del 18 gennaio con l’Atalanta a domani, la cornice della partita all’U-Power Stadium. Il Napoli ha ripreso a marciare a ritmi molto regolari al Maradona – tre colpi in fila – ma negli ultimi tre mesi on the road non è mai andato più in là del pari: per continuare la rincorsa all’Inter e allo scudetto con ambizioni plausibili, però, non potrà fare altro che battere il Monza e accomodarsi in vetta per qualche ora approfittando dell’impegno anticipato.
Non esiste risultato diverso come non esisteva lunedì con l’Empoli e come non esisterà alla prossima con il Torino. A dettare il ritmo sono i campioni, primi in classifica con 3 punti di vantaggio e l’autostima in orbita, nonostante un calendario più complesso e denso di impegni importanti o importantissimi, considerando la semifinale decisiva di Coppa Italia con il Milan e le due di Champions con il Barça. Però, beh, va da sé che in attesa della sfida di domenica al Dall’Ara contro il Bologna, un pericolo pubblico e un avversario forte in piena corsa Champions, qualche pensiero nelle menti nerazzurre potrebbe nascere se a Conte riuscirà l’aggancio in Brianza. Magari un po’ di pressione alta.
LE SERIE. Il cammino del Napoli viaggiatore, dicevamo: dopo il trionfo del 18 gennaio a Bergamo sono arrivati i pareggi con Roma e Lazio all’Olimpico; la sconfitta a Como; e altri pareggi a Venezia e Bologna. Totale: 4 punti in cinque partite. Dopo trentadue giornate, gli azzurri sono terzi in Serie A per il rendimento fuori casa: 30 punti, tre meno della Dea e due meno dell’Inter,con otto vittorie, sei pareggi e due sconfitte. Un signor rendimento al netto di un paio di chance sciupate da febbraio in poi, cioè nella fase di frenata. Una su tutte? Lo 0-0 contro il Venezia, penultimo in classifica, nel giorno di Atalanta-Inter. Tra l’altro, il Napoli ha perso il primo posto proprio dopo la sconfitta sul lago contro i giovani (molto) gagliardi di Fabregas: fuori casa non cadeva dalla prima della stagione a Verona e soprattutto era reduce da dodici risultati utili consecutivi, di cui cinque vittorie in serie.
TEORIA E PRATICA. Domani, insomma, la missione unica sarà interrompere l’astinenza da successi in trasferta dopo 91 giorni di attesa. Ma come contro l’Empoli si tratterà di un’altra partita-trappola, di quelle che in teoria non dovrebbero esserci particolari problemi alla luce della situazione del Monza, ultimo e praticamente rassegnato alla retrocessione, ma che in pratica devi azzannare e chiudere prima di scontrarti con sussulti d’orgoglio o pericoli di sorta. Nessuno gioca per perdere, del resto, e Nesta e i suoi non faranno eccezione a dispetto del momento sportivamente drammatico: dieci sconfitte nelle ultime dodici, con due pareggi; una sola vittoria in casa – il 13 gennaio con la Fiorentina -, a fronte di 10 sconfitte e 5 pareggi. Una differenza di 53 punti in classifica – 68 e 15 – a sottolineare la distanza tra il secondo e l’ultimo posto. Insomma, sulla carta va così. Ma poi c’è il campo. Ci sono la pratica e il senso pratico: dicevamo, una vittoria consentirebbe il momentaneo aggancio all’Inter al primo posto. Non è tanto, certo, ma neanche poco in attesa del Bologna.
