CASA NAPOLI – C’è un Napoli che finirà per essere poco lontano da quello di Como, e quel poco sarebbe poi parecchio: l’Inter in mezzo al campo non ha così tanti centimetri, volendo è una tentazione rinunciare a Billing ed orientarsi verso Gilmour, ma questo è il capitolo che riguarda le varie e le eventuali in un week-end lunghissimo, mai vuoto di annotazioni, di riflessioni, semmai pure di ripensamenti che rientrano nelle regole dell’attesa. Per la fisicità, i conti tornano: il Napoli va a saltare nelle due aree con una batteria di corazzieri (Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, McTominay e Lukaku e, quando ci sono, pure Olivera e Anguissa), smarrirne qualcuno toglierebbe opzioni in un senso ma ne concederebbe nell’altro, quello della rapidità di calcio e di pensiero che appartengono a Gilmour e anche a Raspadori, destinato a stare alle spalle del centravanti belga o al suo fianco, semmai a sporcare le prime giocate del regista interista. C’è un’enciclopedia di variabili, nel laboratorio: cose da Conte, in sintesi.
CASA INTER – Dimarco, ancor più di Dumfries, ha bisogno di rifiatare dopo l’ora di gioco. Per intendersi: su 22 gare da titolare, l’esterno è stato sostituito 17 volte. Ora però in panchina non ci sono alternative, visto gli infortuni di Carlos Augusto, Zalewski e dello stesso Darmian (esami effettuati ieri, distrazione muscolare e appuntamento a fine marzo). Ecco perché non è ipotesi da escludere che nel finale di partita si riveda la stessa mossa tattica anti Lazio, ovvero la difesa a quattro. In questi giorni ad Appiano il tecnico ha svolto esercitazioni anche su questo modulo: possibile, dunque, che a un certo punto venga inserito un centrale in più e Bastoni scali a sinistra come terzino. Sarebbe curioso, in fondo. Curioso che due profeti del 3-5-2 si trovino ad affrontarsi e a sfidarsi anche su terreni tattici differenti. Ma qui si parla di scudetto. Qui siamo all’esame di laurea di due squadre che hanno attraversato un mese di febbraio complicato: chi prende il largo adesso, mette l’ipoteca sul titolo. Inzaghi questo lo ha ben chiaro. Ma non c’è bisogno di ripeterlo alla squadra. Più che spiegare di dover vincere, meglio raccontare come provare a farlo.
Fonte: Gazzetta


