Napoli in calo: i motivi del cambio di rendimento
Napoli in calo: i motivi del cambio di rendimento
Il Napoli ha pareggiato per 1-1 contro l’Udinese collezionando il secondo pareggio consecutivo in Serie A, al termine di due prestazioni non molto convincenti. Cosa è successo alla squadra di Conte?
Prima del doppio pareggio contro Roma e Udinese il Napoli era reduce da sette vittorie consecutive, contro avversari anche molto difficili da affrontare. A cosa è dovuto il calo della squadra azzurra?
Le assenze pesano
Il secondo pareggio consecutivo per 1-1 del Napoli di Conte ha messo i tifosi in allarme e certamente una delle cause del calo di rendimento è da ricercare nella crisi infortuni. Mathias Olivera è fermo ai box, il calciatore uruguaiano è stato artefice di una stagione da incorniciare, soprattutto per l’apporto che ha dato alla difesa nel corso delle sue prestazioni. La sua assenza per infortunio pesa molto, soprattutto considerando che si è fermato anche Leonardo Spinazzola, che era riuscito a non farlo rimpiangere.
Entrambi saranno assenti ancora per qualche tempo, Spinazzola dovrebbe rientrare contro l’Inter mentre per Olivera si farà di tutto per averlo a disposizione per la trasferta contro il Como.
Non bisogna inoltre dimenticare che anche Buongiorno è assente da molte settimane, anche se Juan Jesus è riuscito a non far sentire la mancanza del centrale ex Torino.

(Photo by Alessandro Garofalo/LaPresse)
Anche i big devono rifiatare
Contro l’Udinese il Napoli ha disputato un secondo tempo decisamente sotto tono, mostrando scarsa incisività e mancando di reattività. Prestazione opaca per Zambo Anguissa, che invece è salito in cattedra in sfide importanti come quella contro la Juventus.
Stesso discorso anche per Romelu Lukaku, apparso avulso dal gioco per gran parte della sfida contro l’Udinese in cui ha fatto fatica a concludere verso la porta dei friulani.
Sostituti non all’altezza
Nella sfida contro l’Udinese, il tecnico Antonio Conte ha provato a sparigliare le carte dando spazio ai sostituti. I cambi non sono riusciti però nell’impresa di cambiare l’inerzia di una gara molto chiusa.
L’ingresso di Raspadori e Simeone, spesso decisivi pur da subentranti nell’anno del terzo scudetto, non ha dato una svolta alla partita. Lo stesso si può dire di Ngonge ed Okafor, mai entrati in partita nei pochi minuti a disposizione.
In questo momento quindi appare evidente come al Napoli manchino dei sostituti capaci di cambiare la partita, dando un contributo impattante nel momento in cui vengono chiamati in causa.

Difesa non impenetrabile
Il punto forte del Napoli di Antonio Conte è certamente la difesa. Con soli 17 goal subiti la squadra azzurra ha infatti la miglior difesa del campionato. Analizzando questo dato in maniera superficiale sembrerebbe che nelle retrovie vada tutto bene ma bisogna prestare attenzione ad un dettaglio: nelle ultime 4 partite (contro Udinese, Roma, Juventus e Atalanta) il Napoli ha subito 5 reti mentre nelle 10 sfide precedenti di campionato la squadra azzurra aveva incassato in totale 6 reti.
C’è stato quindi un calo delle prestazioni della difesa, dovuto con ogni probabilità anche agli infortuni accorsi a Buongiorno e Olivera. Insomma, nonostante Juan Jesus abbia offerto delle ottime prestazioni, i numeri dicono che la difesa azzurra con Buongiorno e Olivera incassa meno goal.
