Verso Napoli-Juventus, Daniel Fonseca: “Azzurri favoriti ma tutto può succedere! Conte bollente come da calciatore”
“Stavolta farei più comodo a Thiago Motta che a Conte…“. Daniel Fonseca ha sempre voglia di scherzare, anche dall’altra parte del mondo. Oggi l’ex attaccante di Napoli e Juventus vivrà la sfida del Maradona dal Messico, dove gioca il figlio Nicolas. Uruguayano, attaccante classe ’69, in Italia ha giocato ancora con Cagliari, Roma e Como. Ecco la sua intervista rilasciata ai taccuini de La Gazzetta dello Sport.
È più stupito di vedere Conte, suo capitano alla Juventus, alla guida del Napoli o gli azzurri a più 13 sui bianconeri?
“Antonio fa parte della storia della Juventus e sarà sempre identificato con il club bianconero. Non mi fa effetto sulla panchina del Napoli e non mi sorprende vederlo in testa con 13 punti di vantaggio sulla Juve: sta viaggiando a velocità… Conte. È il miglior allenatore al mondo assieme a Guardiola e Ancelotti. Antonio è rimasto un pazzo scatenato come da giocatore: non era il più forte, però era il più concentrato, carismatico e vincente“.
Si sarebbe aspettato di più da Thiago Motta?
“Il calcio non è sempre uno più uno uguale a due. Tempo e pazienza sono fondamentali per portare il motore al massimo dei giri: la Juve è ancora in rodaggio. Ho visto soltanto il Milan di Sacchi vincere sempre. Motta mi ha colpito a Bologna e resto convinto che si imporrà pure a Torino. Serve un po’ di calma: lui è nuovo alla Juve, molti giocatori sono cambiati e ci sono stati infortuni pesanti. Il nuovo progetto mi intriga e sono sicuro che decollerà rapidamente“.
Che cosa glielo fa pensare?
“Conosco il dna della Juve e anche il dt Giuntoli, un napoletano prestato alla Juventus“.
Giuntoli ha svelato di essere juventino fin da bambino…
“Napoletano nel senso di furbo, sveglio. Giuntoli è un dirigente intelligente, sempre un passo avanti. Ha vinto lo scudetto con il Napoli e sono certo che si ripeterà con la Juventus“.
Che risultato si aspetta al Maradona?
“Il Napoli è favorito, però può succedere di tutto. Antonio è bollente come da giocatore, siamo d’accordo per vederci presto: gli ho promesso che per una sera lo farò ridere come ai vecchi tempi“.
Se ripensa ai suoi anni alla Juventus?
“Mi viene in mente l’Avvocato Agnelli. Ho avuto la fortuna di conoscerlo: gran personaggio, figo in tutto. Una volta presi un palo clamoroso a Firenze e il martedì mi disse: “Fonseca, mi vuol far morire di infarto? Perché non prende la mira giusta e ci fa trascorrere una domenica serena?”. Quante stelle in quella Juve. A Zidane organizzai una cena a Torino con il suo idolo Francescoli. Zizou era emozionato“.
Lei a Napoli arrivò dopo Maradona, nel 1992.
“E all’esordio in Coppa Uefa segnai 5 gol a Valencia. Che serata: prima l’euforia per la cinquina e poi la paura per mio nonno. Era venuto a vedermi, ma dopo la partita non lo trovavamo più. Non c’erano i cellulari e in hotel non si presentò. Lo cercai fino al mattino dopo, quando si presentò direttamente alle 11 in aeroporto. Il nonno, all’uscita dallo stadio, era contentissimo e disse ad alcune persone che io ero suo nipote. I tifosi del Napoli, felici come lui, gli offrirono da bere fino all’alba: si ubriacò e non ritrovò l’albergo. Adesso ci rido, ma che spavento!“.
Vlahovic è a 12 gol, Lukaku a 8: chi sceglie?
“Lewandowski. Il polacco è il mio preferito, anche più di Haaland. Vlahovic e Lukaku vanno a momenti: c’è il periodo in cui segna di più uno e quello in cui fa più gol l’altro. Sono forti: ma se valgono tutti quei soldi, io ai tempi del Napoli sarei dovuto costare 100 milioni di euro… Con il Var gli attaccanti hanno vita più semplice rispetto a 20/30 anni fa: infatti noi segnavamo 18, 20, 25 gol, mentre adesso i bomber arrivano a 40/50“.
