Napoli: cosa c’è dietro all’antipatia tra Conte e Chivu
Napoli: cosa c'è dietro all'antipatia tra Conte e Chivu
Il tecnico del Napoli, Antonio Conte e quello dell’Inter, Chivu, non si sono risparmiati qualche battibecco nelle ultime ore. Andiamo a scoprire insieme perché tra i due non c’è grande simpatia.
Fonte: Gazzetta
Il botta e risposta è iniziato a Cremona ed è arrivato fino a Bergamo, pre e post partita. Antonio Conte ha scagliato la prima freccia intorno alle 17: “A oggi Juventus, Inter e Milan per struttura, seconde squadre, monte ingaggi e valore patrimoniale sono differenti rispetto alle altre”. Marotta ha risposto col sorriso circa tre ore dopo: “Conte è un abile comunicatore, la sua squadra è la favorita”. Chivu infine, dopo aver battuto l’Atalanta e aver riconquistato la vetta della classifica, ha restituito il dardo al rivale: “Non mi interessa ciò che dice”. Ora sul radar c’è l’11 gennaio: Inter-Napoli a San Siro.
A Parma
Il pomo della discordia di questo astio sportivo ha data e luogo: 18 maggio 2025, Parma-Napoli, stadio Tardini, penultima giornata del campionato scorso. I gialloblù giocano per la salvezza, gli azzurri per lo scudetto. L’Inter è di scena a San Siro con la Lazio. Ne nasce una partita in cui succede di tutto: tre pali, un rigore dato e poi tolto, nervosismo, Suzuku e Meret protagonisti di grandi parate, litigi continui in campo e in panchina e due rossi, uno a Chivu e l’altro a Conte. Il tutto dopo l’esultanza del Napoli per il pareggio della Lazio. Antonio prese di mira qualcuno in panchina. Forse Antonio Gagliardi, ex vice dell’attuale tecnico dell’Inter, match analyst della Nazionale per dieci anni anche sotto la guida di Conte, ma non si sa se ce l’avesse davvero con lui. “Non vedi l’ora, pezzo di mer…, ti vengo a prendere”. Queste le parole di Antonio.
A Napoli
La seconda puntata è andata in scena a Napoli a fine ottobre, dopo il 3-1 degli azzurri all’Inter nello scontro diretto. Il presidente Marotta, dopo la partita, disse che il rigore dubbio concesso agli azzurri per il contatto tra Di Lorenzo e Mkhitaryan “aveva indirizzato la gara”. E ancora: “Rocchi aveva detto basta ‘rigorini’”. Conte replicò a modo suo: “Non ho mai chiesto ai miei presidenti di fare il papà. Così sminuisce anche il tecnico, io mi sono sempre difeso da solo”. Chivu scelse di non replicare. Neanche allora: “Io non piango, non verrò mai a lamentarmi perché ho una dignità e un approccio diverso. Sprechiamo troppe energie. Non mi interessa la reputazione, né far vedere quanto sono bravo, i giocatori devono pensare solo a giocare. Sto cercando di cambiare le cose, ma per ora lotto da solo”. Ultimo appunto: durante quel Napoli-Inter ci fu un diverbio verbale tra Lautaro e Conte. I due avevano avuto una discussione anche in nerazzurro, quando Antonio gli diede del “fenomeno del caz…” dopo averlo visto rispondergli dalla panchina. Al Maradona sono volati un “cagòn” e un “ridi su sto…”. In sala stampa l’allenatore punzecchiò a modo suo: “Lautaro è un ottimo giocatore, poi da un punto di vista umano non l’ho conosciuto a dovere”. Chissà come andrà tra una decina di giorni.