Il miglior Napoli della stagione resta quello iniziale, anche se già allora qualche segnale c’era. Partite come il 3-2 col Pisa sembravano semplici cali di concentrazione, ma col senno di poi contenevano avvisi chiari. In quella fase arrivano anche le uniche vere “notti tranquille”: due clean sheet consecutivi in campionato, poi solo Lecce e Como, più l’Eintracht in Champions, riusciranno a replicare quella sensazione di solidità assoluta.
Il momento più buio arriva a inizio ottobre, con il 6-2 subito dal PSV che fa da detonatore. In Serie A seguono sei gare difensivamente fragili, sufficienti a dare corpo a fantasmi che da lì in poi non se ne sono più andati del tutto.
In mezzo alle difficoltà, emergono però certezze fortissime. Giovanni Di Lorenzo è il leader totale: sempre presente, sempre in campo, senza mai tirarsi indietro, neanche nei giorni fisicamente complicati. E poi c’è Amir Rrahmani, il muro vero: ha saltato troppe partite per infortunio, ma quando c’è si sente. A quattro, a tre o a cinque, resta il cemento armato su cui il Napoli costruisce (e protegge) se stesso.
Fonte: Gazzetta
