Sulle sette sconfitte stagionali del Napoli, Lobotka ha disputato l’intera partita solo due volte: contro Milan e Bologna. Non era presente a Torino, nelle cadute di Champions con Psv a Eindhoven e Benfica a Lisbona. Contro il Manchester City, all’inizio della stagione, era stato sostituito al 70’, ma il Napoli era in dieci uomini già da un bel po’, mentre contro l’Udinese, al rientro dall’infortunio, ha giocato appena 29’ più recupero. Nell’unico pareggio in campionato, contro il Como, ha disputato solo tre minuti.
Numeri, stando al Corriere dello Sport di stamane, che evidenziano quanto il Napoli dipenda dalla sua presenza in campo e dalla capacità innata – e migliorata col tempo – di gestire i momenti più delicati con una freddezza invidiabile. Fa bene non una, ma entrambe le fasi: questa è la sua firma. Equilibratore e regista, trasforma situazioni complesse in opportunità, verticalizza con precisione. Raccorda difesa e attacco, permettendo alla squadra di esprimersi al meglio. Senza di lui, il Napoli ha vinto contro Inter, Lecce e Juventus, ma la sua assenza in certe fasi di queste partite s’è comunque sentita.
