Un brasiliano atipico, uno che sorride poco, ma che con i piedi dà del tu al pallone. David Neres, potrà “scrollarsi di dosso quell’ombra ingombrante del fenomeno Kvaratskhelia” dice La Gazzetta dello Sport, perchè la sua avventura a Napoli “nasce da un infortunio del georgiano che a dicembre di un anno fa gli concede l’occasione da titolare.” Poi, purtroppo gli infortuni hanno limitato, lui, Neres, artefice, comunque dello scudetto numero 4. “Ma questa notte di Riad ha un sapore diverso, se è possibile più dolce. Perché David è stato trascinatore, oltre che goleador. E ha marchiato a fuoco la terza Supercoppa della storia del Napoli. Conte aveva avvisato tutto il gruppo: ci si ricorda solo di chi vince. Beh, ora David si è assicurato un posticino nella leggenda azzurra. Che fosse la sua partita si era capito dalla prima giocata, con quello strappo in profondità a bruciare Lucumì. L’eccesso di altruismo, però, gli ha fatto prendere la decisione sbagliata, preferendo un appoggio in mezzo alla conclusione. E allora si è messo in proprio, ha caricato il mancino dalla distanza e ha fatto fuoco, sparando all’incrocio un velenosissimo sinistro a giro che di fatto ha mandato al tappeto il Bologna. Un colpo da biliardo, di potenza e precisione. E poi, il timbro finale lo ha messo con uno scavino morbido morbido” Due perle. E David ha finalmente sorriso.
