Scott McTominay, questa sera, gioca la sesta finale della sua carriera, la prima con il Napoli. Il suo palmares parla di due trofei: una Fa Cup e una Coppa di Lega inglese. Ma soprattutto parla di notti lunghe, di Wembley, di rigori, di panchine accettate e di minuti conquistati. Dal CdS: “La prima finale non si scorda mai: Europa League 2021, Villarreal-Manchester United. Centoventi minuti giocati, ma torna a casa senza coppa. Si rifà due anni più tardi, nel 2023, in finale di Coppa di Lega contro il Newcastle. Entra dalla panchina e contribuisce alla vittoria per 2-0: non è il palcoscenico europeo, ma è una coppa vera, alzata a Wembley. Nello stesso anno arriva un’altra finale, ma di Fa Cup, persa contro il Manchester City. Dodici mesi dopo, però, la storia si ribalta: stessa finale, stesso avversario, stesso stadio. Scott parte dal 1′, gioca 90 minuti e alza la Fa Cup al cielo di Wembley. L’estate dopo ecco un’altra finale, quella del Community Shield, di nuovo contro il City e persa sempre ai rigori. Ora, il Napoli di Antonio Conte e la finale di Supercoppa. Scott, sa cosa significa vincere, ma soprattutto sa cosa vuol dire perdere. Conosce l’attesa, l’ingresso a gara in corso, la panchina. Ma ora, buon per lui e per il Napoli, non la scalda più. È diventato centrale, continuo, affidabile, un top player. Ha chiuso la scorsa stagione nella top 20 del Pallone d’Oro e con il titolo di miglior giocatore della Serie A, segnali di un salto definitivo. Contro il Bologna, e contro il compagno di nazionale Ferguson, McTominay va a caccia di un altro trofeo e magari anche di un gol che manca dal 25 novembre, in Champions contro il Qarabag. Quasi un mese. In una finale, però, i conti si azzerano. E Scott, che in una finale non ha mai segnato, lo sa meglio di chiunque altro.”
