Piantanida: “Top e flop di Napoli-Juve? Io dico…”
A “1 Football Club“, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell’intervista.
I suoi due top dell’ultima giornata di campionato?
“Il primo è Christian Pulisic, Pulisic ed ancora Pulisic. Lo ripeto perché ,onestamente, continuo a stupirmi del suo upgrade. È arrivato dal Chelsea con aspettative diverse, pagato 20 milioni e oggi possiamo dire che è uno degli affari più incredibili degli ultimi dieci anni, considerando il rendimento. Ogni volta che gioca, mi sembra di stare in una puntata di Tú sí que vales, fa sempre qualcosa che ti lascia a bocca aperta.
Pensare che sei ore prima aveva 39 di febbre e poi entra e decide la partita con una doppietta, assurdo. Gol, assist, giocate e continuità. Credo che sarà l’uomo che terrà in vita il Milan nella corsa scudetto fino alla fine della stagione. Il secondo top è Luis Henrique, perché credo che abbia ascoltato quel 5,5 che gli avevo dato in Coppa Italia. Scherzi a parte, il ragazzo è cresciuto: è da settimane che mi dicono, da fonti vicine ad Appiano Gentile, che sta “cuocendo” come un ragù tenuto sul fuoco per mesi. Ora è pronto. In una squadra dove la stanchezza arriva per tutti, lui può essere una grande arma per l’Inter.”
Il primo flop dell’ultima giornata?
“Restiamo su Inter–Como. Io dico che Fabregas mi ha un po’ stufato, non il calcio di Fabregas, che è bellissimo ma la comunicazione. Ogni volta, anche dopo un 4-0, parte con la retorica della “bellissima sconfitta”. Nessuno mette in dubbio la qualità del gioco, ma un allenatore deve anche saper costruire un racconto coerente attorno alla propria squadra. Tutto non può essere sempre magico, straordinario, poetico. Le sconfitte servono, certo, ma non possono diventare un manifesto. Fabregas è un grande sul campo, ma questa parte comunicativa deve ancora farla crescere. Guardiola rosica, ma lo fa a modo suo. Anche Fabregas deve trovare il suo.”
Il secondo flop?
“Per me, tra i flop, c’è un fallo senza senso visto in questa giornata, una cosa che non vedevo dai tempi di Balotelli su Totti in finale di Coppa Italia. Un fallo così, totalmente gratuito, senza motivo, da MMA. Non c’era provazione, niente. È stata la cosa più brutta della giornata il fallo di M’Bala Nzola.”
I suoi tre top e tre flop di Napoli–Juventus?
“Elmas, Olivera e Neres top di Napoli-Juve. Flop per Beukema, Spalletti e Koopmeiners. Io parto da Eljif Elmas. Nelle mie pagelle non aveva il voto più alto solo perché altri avevano segnato una doppietta, ma il suo lavoro è stato pazzesco. Ha fatto il play in un ruolo non suo, con disciplina, intelligenza e spirito. In mezza partita si è adattato. In un momento di emergenza, Conte ha trovato in lui una soluzione perfetta. Secondo me può anche ricostruirsi una carriera in quel ruolo. Il secondo top è Olivera, decisivo ma nell’ombra. Riguardate il primo gol del Napoli, la pressione nasce da lui.
Parte dall’esterno e va dritto al cuore dell’azione. È una lezione di Conte: fame, applicazione e letture perfette. Il terzo top è Neres. Lo metto più in alto di tutti, perché volevamo vedere continuità e ora la stiamo vedendo. È uno di quei giocatori che potrebbero vivere sul cuscino morbido del talento, come Leão, e invece no. Non si addormenta. Se continua così fino a fine stagione, sarà dura per tutti: Inter e Milan non hanno un giocatore con queste caratteristiche.
Nel Napoli ce n’è soltanto uno di flop, Beukema. Non per accanimento, anzi, è un ragazzo che ho sempre difeso, ma in questo momento commette qualche errore di troppo. Anche contro la Roma aveva lasciato metri a Baldanzi e Pellegrini. Domenica sul gol della Juventus è in ritardo. È in una fase “a spugna”: assorbe tanto, ma ogni tanto va strizzato. Conte gliel’avrà già fatto notare. L’ultimo flop lo do a Koopmeiners, ma non come colpevole delle sue prestazioni bensì come equivoco tattico della Juventus. Da anni viene visto come il giocatore che dovrebbe risolvere tutto, ma in realtà la squadra continua a girare a vuoto, come una macchina nel centro storico che non trova mai l’uscita. È uno dei simboli della confusione progettuale della Juventus. Però alla fine chi guida la macchina è sempre Spalletti, quindi tocca a lui sistemare l’impianto generale. Ma Koopmeiners da solo non può bastare.”
