Dalla partita anemica nella città dei dotti contro il Bologna, “troppo brutta per essere vera”, il Napoli ha inanellato una serie di cinque vittorie, di cui tre di campionato contro squadre di ottima caratura (Atalanta, Roma fuori casa, quand’era prima in classifica, e la Juventus, ieri); una di Champions contro il Qarabag e l’altra in Coppa Italia contro il Cagliari, sebbene ai calci di rigore. C’era da contrastare un pericolosissimo trend umorale in cui il gioco, i risultati, le tre sconfitte e l’alto numero di infortuni muscolari avrebbero potuto abbattere squadra, club e città. La “resistenza”, gestita da lontano – durante “l’esilio ” di Conte -, si è manifestata con la compattezza motivazionale da parte di tutti i giocatori, s’è ritrovata tatticamente equilibrata, s’è ritrovata nella crescita della condizione fisico-atletica scongiurando così i fantasmi e l’abissale frustrazione dell’anno del post scudetto spallettiano. Poi è arrivata la partita di ieri, contro la Juventus, contro cui le vittorie hanno un sapore, un gusto particolarmente sublime: quand’ero fanciullo (anni 60/70) costituivano eventi davvero leggendari più che eccezionali: come non ricordare il gol vittoria di Pogliana nel Campionato del 1970/71 verso la fine del primo tempo? Come dimenticare i gol di Canè e Clerici alla Juventus, dittatrice del campionato, quel 14 ottobre del 1973, alla seconda giornata! Il Napoli del grandissimo Vinicio, O’Lione, arrivò secondo, a due punti dai bianconeri praticando “il calcio olandese”, il miglior calcio d’Italia. Ritornando all’attualità, sorvolando le vittorie partenopee nel periodo d’oro maradoniano, e di quello di Mazzarri, non bastano più le dite di una mano per contare le vittorie consecutive del Napoli nell’ultimo decennio. Quella di ieri diventa la “prova provata” di un Napoli non solo “ritrovato”, ma addirittura più forte dell’avverso fato, più forte degli infortuni a catena, più forte delle circostanze sfavorevoli: l’uno a zero del primo tempo era troppo risicato, per le diverse occasioni mancate e per le parate di De Gregorio e, ancora una volta, la cinica legge “del gol mancato gol subito”, che sembrava implacabilmente ripetersi. Temevo, temevamo il rischio di prenderne uno, così come è stato, ma…. Ma la rete di Hojlund è stata un’esplosione di “gioia azzurra” di indescrivibile liberazione! Conte, ha ancora di più nobilitato la sua appartenenza al Napoli organizzando la “resistenza” attaccando. Il cielo sopra Napoli è sempre più azzurro, in accordo con la volontà di “Eupalla”, di breriana memoria…
A cura di Maurizio Santopietro
