Altafini a Gazzetta: “Napoli-Juve? Conte giocherà difesa e contropiede”
Jose Altafini, ex calciatore di Napoli e Juve, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, in occasione della sfida di domenica fra le due sue ex squadre.
“José conosce bene Napoli-Juve e dice la sua sul big match di domenica: “Le tante assenze incideranno. Chi vince si carica di autostima”. La voce gioiosa che t’accoglie al cellulare è quella d’un giovanotto di 87 anni che non ha mai smesso di scherzare: fuoriclasse si nasce e poi si resta tale, per sempre, dribblando il tempo ch’è volato via e ha lasciato il talento – pure quello dialettico – di immutabile. “Sono qua, Napoli-Juventus è per me”.
Napoli-Juventus è di José Altafini, è un passato da accarezzare sistematicamente, a ogni appuntamento, è un settennato — in quei fantastici Anni 60 — che raccontano sogni poi svaniti ma emozioni che restano. «Se vuole, guardi, possiamo ancora parlare di quella definizione, core ‘ngrato, che mi accompagna da una vita».
Dal 6 aprile del ‘75, da quella Juventus-Napoli che JA giocò in bianconero, da un gol all’88’ che lui, proprio lui, segnò a cinque giornate dalla fine, indirizzando uno scudetto rimasto in bilico sino a quell’istante, magari prima, non dopo. “A quella etichetta ho fatto ormai l’abitudine. Ma io ho tante altre cose belle di Napoli da raccontare, per esempio i gol miei e quelli di Omar Sivori, i nostri abbracci, quelli della gente che mi vuole sempre bene”.
È la Napoli-Juve di sempre? “Certo che sì. Partita per uomini forti, piena di attesa, di storie incrociate. Sfida con grandi calciatori, con tantissime assenze che incideranno”.
Chi sta messo peggio, in questo senso? “Il Napoli che ha perso l’intero centrocampo. Ma la Juventus senza Vlahovic deve fare a meno di un punto di riferimento offensivo di grosso spessore, uno che ti aiuta perché fa reparto. Però, se togli tutti quei calciatori a un allenatore, come sta succedendo a Conte, un po’ ti scoccia. Anzi, più di un po’”.
Come se l’aspetta questa serata? “Bella per l’atmosfera, come può esserla Napoli-Juventus. E anche nei contenuti. Non direi quanto spettacolare, a questo provvederà il campo, ma le premesse per divertirsi ci sono tutte”.
In queste condizioni, il “Maradona” può essere un fattore. “Conosco bene il calore di quello che ai miei tempi si chiamava San Paolo. Ha un peso. Ma non decisivo, perché poi — e il discorso riguarda qualsiasi stadio, sia chiaro — si trasforma in letteratura. Se sessanta, settanta, ottantamila spettatori possono indirizzare una partita a favore di chi gioca in casa, allora non ci sarebbero mai vittorie esterne in questi palcoscenici. Eppure accade. Napoli e Juventus hanno calciatori di livello internazionale, sono abituati a queste tensioni da match. Ma Napoli ti dà, certo”.
Può scegliere un uomo per squadra, chi prende? “Ci fosse Anguissa nel Napoli, non avrei dubbi. Ha tutto quello che serve per farti innamorare: corsa, fisico, intelligenza e pure il senso del gol. Allora punto su Hojlund, a cui manca un gol da mesi ma che può decidere una grande sfida. Della Juventus scelgo Conceição, con quegli strappi che ti fanno male, quella capacità di creare la superiorità”.
È Conte contro Spalletti, verrebbe da dire un capitolo nel romanzo. “Per Conte sono i risultati che parlano: ha vinto ovunque sia andato e tranne qualche delusione, è sempre riuscito a conquistare lo scudetto. Primo o secondo posto. Spalletti ha riportato il titolo a Napoli dopo 33 anni, mica poco. Mi sta piacendo come sta intervenendo sulla Juve, non era semplice”.
Chi è più da scudetto? “Penso che Napoli e Inter stiano davanti alle altre, non so se l’una o l’altra abbia qualcosa in più, differenza minima. Però in questo periodo della stagione, con tutte queste rinunce, qualcosa può essere spostato in termini di punti, e quelli valgono sempre. Continuo a pensare che resti un duello tra Conte e Chivu. Con le altre, il Milan, la Roma, la Juventus, leggermente staccate”.
Quanto pensa possano incidere questi 90’ nella economia complessiva? “Il traguardo è lontanissimo, non siamo neanche a metà della stagione, e il gap può essere colmato o accresciuto. Ma dal punto di vista psicologico, qualcosa lascia: chi vince Napoli-Juve esce con maggiore convinzione. È autostima che si alimenta, perché non è una partita come le altre. Lo sanno tutti e non è un modo di dire”.
Infortuni a catena a qualsiasi latitudine, Altafini s’è fatto un’idea? “Chiaro che sì. Se insistiamo a fare giocare partite ogni santo giorno, è inevitabile. E più sei una grande, più appuntamenti hai da dover affrontare. Il fisico si logora, i giocatori non sono fatti di ferro. C’è il campionato, poi la Champions League, poi la Coppa Italia, ora in quattro andranno a Riad per la Supercoppa, poi durante le soste — chiamiamole così — in tanti vanno con le nazionali. Ditemi voi quando riposano. Tra un po’ rimarranno 3 o 4 per club”.
E Conte, in mezzo al campo, non ne ha praticamente nessuno. “Vabbè, giocherà difesa e contropiede”.
