Napoli, tre settimane per rinascere: Conte ritrova squadra, sorriso e vetta

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IN TRE SETTIMANE È CAMBIATO UN MONDO, QUELLO DEL NAPOLI.

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In tre settimane è cambiato un mondo, quello del Napoli. Conte non ha più l’espressione della disfatta vista a Bologna: è tornato a sorridere dopo tre vittorie di fila, domenica sera era felicissimo per aver portato a termine la missione-Olimpico, andando al di là della vittoria che lo ha ricollocato in cima, a pari punti con Allegri.
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Ha rivisto la personalità, l’energia e la resistenza che avevano consentito nella scorsa stagione agli azzurri di scalare la classifica, fino al trionfo del 23 maggio. È un ottimo segnale considerando l’affollamento in infermeria. Fino a dove potrà spingersi la squadra dopo aver recuperato Lukaku (imminente il rientro), Anguissa, Meret e De Bruyne? La risposta è quella che Conte, i giocatori e i tifosi custodiscono nei loro cuori: hanno tutti voglia di vivere un’altra elettrizzante primavera. E De Laurentiis, intanto, sottolinea: «Il Napoli è più forte di un anno fa». L’anno del quarto scudetto.
Sono stati giorni duri per Conte. Ne ha ascoltate troppe, perfino i commenti di un ex azzurro sulla squadra che avrebbe dato a Bologna l’impressione di giocare contro il tecnico. Ha recuperato il sorriso grazie ai risultati ottenuti con la quotidiana fatica sul campo, l’unica strada che Antonio ha percorso da calciatore e allenatore. Già, il mestiere di allenatore. «Lo consiglierei solo a un nemico», ha detto dopo aver battuto Gasperini, che ha assistito dall’alto (era squalificato) al ko della Roma. Il più brutale, subito con un colpo solo, quello del magnifico Neres recuperato alla causa come Beukema e Lang. L’interruttore del Napoli si è riacceso con questi tre innesti. E non è un caso. È quella ventata nuova di cui aveva bisogno la squadra, uscita psicologicamente provata dalla pesante caduta a Bologna. «Il Napoli è più forte di un anno fa», ha sentenziato Bergomi nel salotto di Sky Sport. E c’è una ragione, secondo lui. «Adesso si vede il coinvolgimento di tutti i giocatori».
Un po’ alla volta, si stanno inserendo i nuovi come Beukema e Lang. E sta crescendo meravigliosamente Neres, uno di quelli che può essere croce o delizia per un allenatore. Adesso, è davvero la bella immagine del Napoli, tornato a credere in sé stesso. D’altra parte, il 9 novembre a Bologna non era precipitato in un burrone. Minimo il distacco dal primo posto, tutto ancora in gioco in campionato e nelle coppe. Come si è poi visto. Ma all’improvviso una parte dell’ambiente ha creato un clima di sfiducia intorno a un gruppo di qualità e a un allenatore vincente. Conte ha guardato avanti, trovando il giusto assetto per affrontare l’emergenza, oltre alle parole adatte per il confronto con un gruppo che non giocava contro nessuno e che non era alla deriva.
De Laurentiis è rimasto conquistato fin dal primo momento – da quando c’era da ricostruire il Napoli sulle macerie del decimo posto e dei tre allenatori – da questo “condottiero”, elogiato dopo la vittoria di Roma che ha rappresentato il punto di svolta. Non era scontata una serie di tre successi in otto giorni, nell’ordine contro l’Atalanta che gioca in Champions, il Qarabag che è stato la sorpresa d’Europa e la Roma che si era presentata l’orgoglio della capolista alla sfida dell’Olimpico, dove è stata letteralmente sovrastata nel primo tempo da una squadra che non ha accusato una sola pausa, nuovamente rispecchiando in campo la determinazione del suo allenatore. Il “condottiero” esaltato sui social dal presidente che crede fortemente nella condivisione del progetto con Conte, almeno fino al 2027, l’anno di scadenza del contratto.
Domenica ci sarà un tuffo nel passato per lui, Antonio ex della Juve, e per Spalletti, che torna a Napoli da avversario. Scherzi del destino. Conte non ha tatuaggi che lo legano al passato, al contrario di Spalletti. Ha chiesto rispetto per la sua storia calcistica fin dal primo giorno e i tifosi si sono disciplinatamente attenuti, sapendo che Conte è oggi uno di loro. Anzi, il primo tra loro, pronto a urlare di rabbia e di gioia. E così che dà la carica ai suoi ragazzi, gli azzurri con l’elmetto.
Fonte: Il Mattino
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